È ormai trascorso un anno da quando Mescalina dedicava l’articolo per la presentazione de ´Il rovescio della medaglia´, seconda opera rock uscita dalla penna milanese di Marco Burgatto dopo il già promettente esordio con ´Il castello in mezzo al mare´. A dodici mesi di distanza Marco si ripropone nella non facile impresa di produrre un ulteriore lavoro tematico, dedicato questa volta all’eterno dualismo tra bene e male. ´La sottile linea´ è molto più di una conferma e rappresenta un bel passo avanti rispetto alle già apprezzabili tappe precedenti. La storia narra del religioso Padre Elpidio che, fedele servitore di Dio, intraprende un viaggio per consegnare al Sommo Sacerdote una bibbia dorata. Nel corso del suo peregrinare vengono lui incontro personaggi quali Dorian Gray, il Conte Vlad (alias Dracula), il dottor Jekill con mr. Hyde, Frankestein, una strega bianca ed una strega nera. La sequenza è ben studiata ed avvincente, sia per la risonanza delle figure proposte che per la chiarezza con cui le stesse vengono presentate ed identificate. La vicenda racconta quindi le tribolazioni del Padre attraverso tentazioni ed attrazioni fino ad un finale a sorpresa che non sveliamo per non togliere interesse all’ascoltatore. I testi sono molto chiari ed il libretto allegato consente di seguire senza sbavature la narrazione, che resta la parte portante del lavoro. Anche col canto Marco ha segnato decisi progressi sia in termini di intonazione delle voci che in termini di dizione, rivalutando sensibilmente l’azione nel racconto. La musica resta ancorata alla struttura ed all’estetica del progressive che però, in questo caso, perde le tinte glam del passato ed acquista sfumature più articolate grazie alla ricchezza dell’organico strumentale: chitarre di tutti i tipi, violini, viola, violoncello, pianoforte, basso, batteria, contrabbasso e flauto consentono la realizzazione di un disco suonato, senza il ricorso all’elettronica. Gli impasti non sono barocchi ed evitano l’eccesso del carico orchestrale; l’alternanza dei timbri è infatti giocata in uno schema da gruppo rock, studiato ed elaborato. Da sottolineare l’importante contributo di Persico agli archi e la sempre eccellente chitarra solista di Tamiazzo anche se tutti fanno il proprio dovere in modo inoppugnabile. Un sincero plauso al giovane artista milanese che ha dimostrato di essere cresciuto in modo costante ed evidente; la tensione del lavoro è ben rappresentata in ´Dorian´, ´Per lei´ ed ´Ho´, tuttavia è l’ascolto completo ad essere premiante. Consigliato, e non solo ai fans del genere.