Marco Burgatto

interviste

Marco Burgatto Il Rovescio Di Ogni Medaglia

04/01/2010 di Vittorio Formenti

#Marco Burgatto#Italiana#Rock Progressive

Marco Burgatto è un giovane artista milanese impegnato nella composizione di opere rock; due sono i lavori ad oggi prodotti, ´Il castello in mezzo al mare´ e il recentissimo ´Il rovescio della medaglia´. Entrambi sono delle rock opere, più orchestrale e cupa la prima, più rock e sintetica la seconda, ma certamente tutte e due originali se rapportate ad un panorama nazionale dove questi lavori hanno poca risonanza.
La sua decisione di perseverare su questo impervio sentiero è certamente dimostrazione di passione e di slancio personale, maturato senza secondi fini e orientato solo alla realizzazione della propria progettualità.
Abbiamo incontrato Marco a Milano e, nonostante fosse un momento piuttosto affollato (l’8 dicembre!!), siamo riusciti ad avere una piacevole conversazione, utilissima ad approfondire sia la personalità dell’artista che i contenuti di lavori, per loro definizione complessi ed articolati.
Di seguito il risultato dell’incontro, a parte su queste colonne la recensione dell’ultimo suo lavoro.
Mescalina: affrontare una rock opera è un lavoro complesso, a cavallo tra competenze musicali, letterarie e teatrali. Come mai hai deciso di avviarti lungo questo faticoso percorso piuttosto che procedere ad un più semplice disco concept?
***Marco: Non credo ci sia un perché. Mi piaceva l’idea di poter esprimere uno o più concetti in un contesto più ´grande´ di quello che si può esprimere in un singolo brano. Può essere che sia anche dovuto all’influenza che ho avuto da lavori come ´The Wall´ dei Pink Floyd. Inoltre volevo avere diversi cantanti, ognuno destinato ad un personaggio e così è nata l’idea. In definitiva questo è quello che mi piace; la classica è bella ma, al di fuori della lirica, manca il cantato che si può recuperare sul rock.

***Mescalina: ´Il Rovescio della Medaglia´ racconta quattro storie parallele di pugili che, per un motivo o per l’altro (lasciamo i dettagli all’ascolto) , non sono a buon fine; ciascuna ha il suo rovescio appunto. Perché hai scelto questo tema e, soprattutto, perché complicarti la vita con tante storie in parallelo?
***Marco: Beh, per qualcuno finisce bene. A parte questo, inizialmente la storia era basata su 4 corridori. La scelta è caduta sul pugilato in quanto, essendo uno sport crudo, permette di raccontare più cose. In pratica si parla del pugilato per raccontare dell’altro. Non sono in realtà un appassionato di box ma credo che si presti bene al racconto; le varie storie inoltre sono in realtà da interpretare come diverse voci che raccontano una stessa storia, quella della vittoria e della sconfitta che è poi il rovescio della medaglia da cui il lavoro prende il titolo.

***Mescalina: l’opera si contiene nella durata di un CD, al contrario della maggior parte dei lavori di questo tipo. Non pensi di aver compresso troppo un così poco spazio?
***Marco: La mia prima opera ´Il castello in mezzo al mare´ ha la durata di ben 2 ore e 10 minuti. Alla fine il risultato, nonostante mi abbia soddisfatto, mi è parso un po’ troppo lungo e ripetitivo; la cosa è poi emersa con chiarezza nel momento in cui ci siamo messi a studiare la rappresentazione teatrale. Quindi ho deciso, per questa volta, di registrare un solo CD. Magari i prossimi lavori saranno di 3 o 4…scherzo ovviamente.

***Mescalina: componi tu i pezzi per tutti gli strumenti? Che formazione hai avuto per poter essere pronto a questo ruolo?
***Marco: Sì, le composizioni per tutte le parti sono mie. La formazione che ho avuto è di tipo personale, da autodidatta; io sono nato con la chitarra in mano, come quasi tutti i ragazzi della mia età, ma in seguito mi sono avvicinato alla musica classica e mi sono accostato al fascino di certi lavori. Mi aiuta molto il computer, che mi dà la possibilità di sentire il risultato e di stampare poi il tutto su di una partitura.

*vMescalina: ti affidi a qualcuno per gli arrangiamenti?
***Marco: In generale no; tendo a lasciare molta libertà poi ai solisti che intervengono e quindi a creare in questo modo eventuali aspetti arrangiati

***Mescalina: a mio modesto avviso un problema del lavoro è la scarsa riconoscibilità immediata dei personaggi che, alla fine, complica un po’ l’ascolto e il comprendonio organico della trama. Non credi che un libretto o incipit testuali più espliciti nelle canzoni avrebbero potuto eliminare questo problema?
***Marco: Può essere, anzi, penso che tu abbia ragione. Il libretto non sono riuscito a svilupparlo per ´problemi monetari´…diciamo così, però un libretto con un riassunto della storia (molto usato per questo genere di lavori), darebbe sicuramente una mano all’ascoltatore. Mi sto attrezzando per il prossimo lavoro.

***Mescalina: musicalmente l’opera mi pare si rifaccia ad un gusto progressive; alcuni passaggi addirittura mi ricordano i New Trolls del ´Concerto Grosso´. Che riferimenti hai avuto nella composizione?
***Marco: Devo dire che io ascolto molta musica, di ogni genere. Non mi sono mai precluso l’ascolto di generi più disparati cercando di cogliere il senso musicale di ogni band, quindi è inevitabile che abbia molte contaminazioni che possano ripercuotersi nei miei lavori.
Quello che posso dirti è che dopo ´Il castello in mezzo al mare´ volevo fare un’opera meno cupa, con una venatura più rock (Anche perché il senso dell’album lo richiedeva).
A livello di atmosfere mi hanno influenzato molto i Pink Foyd e i Savatage, un gruppo americano di hard rock sinfonico impegnato anche in rock opere.

***Mescalina: in diversi brani la metrica delle frasi si accoppia non completamente con quella della musica ed i cantanti o affrettano o allungano la frase per stare nella battuta. Questo perché la musica è stata pensata prima o indipendentemente dai testi?
***Marco: Per alcuni brani è come dici tu. Ho scritto prima tutta la traccia musicale avendo solo l’idea del testo. E’ stato, anche questo, un esperimento.

***Mescalina: la chitarra elettrica ha una chiara predominanza ed è decisamente ben suonata. Però anche gli altri strumenti, quando hanno un po’ di spazio, giocano bene il loro ruolo (piano, chitarra acustica ed anche l’elettronica, pur se un po’ freddina). Non sarebbe stato preferibile un ruolo paritetico per i vari solisti?
*Marco: Mah, a questa cosa non ci ho pensato. Ho cercato di dare il giusto spazio ad ogni solista, o perlomeno quando il pezzo lo richiedeva. Nel mio lavoro precedete ho usato un’orchestrazione più ricco, qui invece ho dovuto ricorrere anche all’elettronica che effettivamente rende un po’ più freddi certi passaggi. Nel prossimo lavoro, che sto già programmando ed impostando, conto di poter tornare al contributo di una strumentazione acustica effettiva.

***Mescalina: immagino che uno dei problemi per la registrazione di un lavoro di questo tipo sia stato il coordinamento delle varie parti, diciamo la direzione del lavoro. Come hai risolto questo problema?
***Marco: Guarda, il coordinare le varie persone è stata una delle cose più stressanti. Per fortuna ero reduce da un doppio album ed ho imparato la lezione su come procedere.
Tanto per cominciare ho scritto la partitura per ogni singolo musicista, poi pian piano, uno alla volta li ho fatti venire in studio a registrare. E’ chiaro che le singole parti, seppur scritte interamente da me, in alcuni punti hanno necessitato di un ulteriore arrangiamento. Per questo devo ringraziare tutti gli ottimi musicisti che ho avuto a disposizione e che la qualità dell’album è soprattutto merito loro.

***Mescalina: pensi ad una versione teatrale del lavoro?
***Marco: Certo. Già ora c’è una compagnia che sta lavorando al ´Castello in mezzo al mare´. Spero un giorno di poter vedere le mie opere realizzate a teatro. Il problema è che sul palco hai bisogno non solo di cantanti ma anche di attori; questo non è il mio campo, qui occorre qualcuno che se ne intenda di attori e di scenografia. Stiamo lavorando con un gruppo che può aiutarci in questo senso.

***Mescalina: come pensi di promuovere il disco ?
***Marco: Non avendo grossi nomi alle spalle, penso di sfruttare la potenza del Web…oltre al tuo giornale, ovviamente. Ritengo comunque che il modo migliore sia quello di rappresentare le opere in teatro e lì vendere i dischi.

***Mescalina: pensi che sia possibile presentare il lavoro tramite dei concerti intesi in senso più tradizionale?
***Marco: Portare i miei lavori dal vivo penso sia davvero complicato. Dovrei trovare una band fissa, riarrangiare tutti brani in base alla tonalità del cantante e tante altre problematiche. Poi, vista la situazione attuale in cui si trovano molte band che hanno grandissima difficoltà a suonare dal vivo, non penso sia un bel canale di promozione. Magari potrà servire per divertirsi…se si trovano date, ovviamente. No, penso che il teatro sia la via ottimale…a raggiungerla però.

***Mescalina: se potessi tornare indietro cosa cambieresti per ´Il rovescio della medaglia´?
***Marco: riconfermerei temi e personaggi, cambierei forse qualche cantante ma soprattutto cercherei di avere un violinista vero.

***Mescalina: quali sono i tuoi ascolti ricorrenti?
***Marco: da un po’ di tempo a questa parte ascolto musica classica, soprattutto Beethoven e Dvorak; nel progressive mi piacciono molto le Orme e poi restano le mie radici, AC/DC e metal in generale.

***Mescalina: sono state influenze per questo tuo ultimo lavoro?
***Marco: no, per ´Il rovescio della medaglia´ sono stato molto influenzato da un manuale di armonia che ho letto recentemente; da questo ho tratto tecniche particolari di modulazione e di passaggi giocando con la sensibile. Ritengo che ciò abbia dato un certo colore al lavoro. In altri passaggi ho usato sfumature da maggiore a minore.

***Mescalina: che riscontri hai avuto del tuo lavoro?
***Marco: in generale buoni ma credo che la stragrande maggioranza non sappia bene nemmeno di che cosa parla il CD. Oggi è difficile che qualcuno ascolti per intero e in modo organico un CD, un peccato ma le cose stanno così.

***Mescalina: la solita nostra domanda finale, magari banale ma sempre interessante. I 5 CD della tua vita?
***Marco:

Pink Floyd - The Wall;
Beethoven - Nona Sinfonia;
Dvorak - Sinfonia del Nuovo Mondo;
Helloween - Keeper of the Sevent Kiss;
Metallica - And Justice for All.

*Mescalina: La conclusione è quanto mai indicativa; il dipolo dei gusti tra classica e metal rappresenta molto bene l’approccio che Marco ha tra rock e lavori di opera. Sembrano costituire un ossimoro, ma in realtà sono solo due aspetti diversi che si integrano in una visione artistica moderna. Apritevi al mondo di Marco; costerà un po’ di sforzo ma ne sarete ricompensati.