Marc Ribot Songs of Resistance 1942-2018
2018 - ANTI - Records
Si compone di undici brani: alcuni sono stati scritti e composti per questo nuovo lavoro, le altre sono canzoni del passato ma, soprattutto, “con un passato”. Si tratta di brani che hanno contribuito a definire certe epoche storiche o certi movimenti.
Marc Ribot, classe 1954, è un artista con ben quarant’anni di carriera alle spalle. E’ uno di quegli artisti che si potrebbero definire, senza paura di essere smentiti, “trasversali”, perché, in tutti questi anni, ha esplorato e interpretato davvero tutti i generi musicali: dal jazz al rock, dal folk all’avant-garde, alla musica sperimentale. Spesso è ricordato per la sua collaborazione con Tom Waits in “Rain Dogs” ma sono tantissimi gli artisti che hanno potuto beneficiare della sua genialità: John Mellecamp, Robert Plant e Alison Krauss, Marianne Faithfull, Caetano Veloso, Vinicio Capossela, i Black Keys e tanti, tanti altri.
La storia della musica, da sempre, procede di pari passo con la storia dell’umanità. Dalle origini fino ai giorni nostri, storia, politica e musica si sono fuse all’interno di veri e propri movimenti culturali che hanno cambiato la vita di intere generazioni. Si pensi agli schiavi deportati dall’Africa per lavorare nelle piantagioni di cotone, ai movimenti per i diritti civili, contro la guerra del Vietnam, a Woodstock. Negli anni ’70 è arrivato il punk con i suoi inni, London Calling e Pretty Vacant, negli anni ’80 l’hip hop, negli anni ’90 il grunge. E oggi? Oggi raccogliamo i frutti, con esperimenti, alcuni decisamente riusciti altri meno, di artisti che sono tornati ad usare la musica per denunciare il sistema e cercare di cambiare le cose. Pensiamo, ad esempio, al grande lavoro di David Byrne con il suo ultimo album American Utopia.
E quella frase di Marc Ribot: “Every movement which has never won anything has had songs” è il simbolo di quanto la musica possa davvero cambiare le cose.
Così è iniziata la ricerca musicale di Marc Ribot per trovare quei brani che avevano rappresentato l’essenza della protesta, quelle canzoni che avevano cambiato la vita di intere generazioni, che avevano identificato la storia, non solo americana ma mondiale. E non si è fermato. Ha preso quegli inni, alcuni anche persi nella memoria e non ne ha fatto delle cover ma, avvalendosi della collaborazione di grandi nomi della musica (Steve Earle, Tom Waits, Meshell Ndgeoncello e altri) li ha reinterpretati e resi assolutamente contemporanei, utilizzando quell’insieme di stili e generi che da sempre caratterizza la sua produzione musicale.
L’album si apre con un’incredibile intro di chitarra nel brano We Are Soldiers in the Army, in cui immediatamente ci si rende conto dello stile traversale di Marc Ribot con suoni che sembrano a tratti distorti e dove, in alcuni passaggi, la sua chitarra sovrasta qualsiasi altro strumento. A un tratto il brano sembra trasformarsi nella parte di un musical, per poi riprendere anche come una sperimentazione.
Bella Ciao (Goodbye Beautiful), secondo brano dell’album, ne rappresenta anche l’apoteosi. Tom Waits, con quella voce così splendidamente imperfetta, alterna parti in inglese a parti in italiano. Il testo è stato tradotto letteralmente, senza modifiche alla versione originale. Chitarra e voce si fondono dando una nuova forma a questa inno della tradizione italiana. Srinivas è uno dei nuovi brani inseriti nell’album ed è stato scritto dopo aver saputo dell’uccisione in Kansas di un uomo di origini indiane. E’ un brano folk, tradizionale, almeno all’inizio, per poi acquisire un ritmo crescente nel finale, interpretata magistralmente da Ribot, Steve Earle & Tift Merritt.
Un altro brano che merita sicuramente di essere ricordato è The Militant Ecologist (based on Fischia il Vento) in cui Marc Ribot reinventa una canzone partigiana italiana su aria russa del 1943.Eccellente l’interpretazione di Meshell Ndgeoncello che dimostra di essere un’artista contemporanea di grandissimo talento e con una voce davvero interessante. L’album si chiude con We’ll Never Turn Back che rappresenta la degna conclusione di un album davvero ben strutturato. Il messaggio è chiaro: Non guardarsi indietro, ma guardare avanti e continuare a lottare per un mondo libero.
Songs of Resistance 1942 – 2018 è un album contemporaneo, la cui bellezza è determinata dalla fusione degli stili e dei generi che si uniscono alla vocalità di artisti scelti in modo attento per diffondere il messaggio dell’album.
Abbiamo vissuto la storia della musica appassionandoci ad artisti e album che hanno segnato le generazioni, fatto crollare muri e cambiato il pensiero degli uomini. Credo nel pensiero di Hans Christian Andersen: When Words Fail Music Speaks, perché la musica, in un mondo dominato dalle divisioni, ha ancora il potere di unire uomini e Paesi.