Luca Gemma Modugno sulla Luna
2024 - Adesiva Discografica/The Orchard
È quindi sempre difficile riproporre la sua opera senza cadere nell'imitazione o nella retorica, o, forse ancor peggio, nell'arzigogolo musicale, per essere originali a tutti i costi. Invece l'omaggio di Luca Gemma coglie nel segno, con questo suo Modugno sulla Luna: otto brani, prodotti con Paolo Iafelice, disco nato da Sacre radici - La maestà del legno, uno spettacolo multidisciplinare di Koreoproject, scritto e diretto dalla coreografa e danzatrice Giorgia Maddamma insieme a Ilaria Milandri e con le immagini di Fabio Serino, di cui Gemma cura le musiche e le canzoni, suonandole in scena. Lo spettacolo si propone di presentare i brani di Modugno scritti nei primi anni Cinquanta nel dialetto salentino di San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi, dove si era trasferito da bambino.
Dall'arrangiamento e dall'interpretazione di questi brani, Gemma, alla sua nuova prova discografica dopo Fantastiche Visioni, dello scorso anno, fa emergere tutta la poesia di Modugno, intatta e ancora splendente: si ascolti ad esempio Ventu d'estati, dolcissima, essenziale, minimale, ma non scarna, ricca di echi di synth e di un tocco pianistico raffinato, sottolineato da una linea di armonica struggente, oppure Lu grillu e la luna, splendido brano sostenuto da un dialogo tra un arpeggio di chitarra e un lontano suono di flauto, che ricreano l'atmosfera notturna di un testo dalle suggestioni indiscutibili.
C'è un perfetto equilibrio tra le quattro canzoni in salentino e le quattro in italiano: L’avventura, Cosa sono le nuvole, con le parole di Pier Paolo Pasolini, dal film Capriccio all'italiana, Meraviglioso e Nel blu, dipinto di blu. Queste ultime, a detta dello stesso Gemma, sono "famosissime e quindi più pericolose", ma il cantautore riesce a renderle nuove, contemporanee, eppure rispettose dell'intenzione primigenia. Menzione speciale va data a Meraviglioso, dagli inserti felliniani, per evocare l'ispirazione cinematografica del testo (La vita è meravigliosa, di Frank Capra), e dal ritmo morbido, in cui l’ex leader dei Rosso Maltese esprime il meglio della propria potenza interpretativa, con un cantato sussurrato, che rifugge dalla retorica di cui scrivevo sopra, anche grazie a un arrangiamento che trasforma la canzone in una lunga suite strumentale, a significare la vita che prosegue, tra mille difficoltà, dopo la decisione del protagonista di continuare a vivere.
Altro episodio da incorniciare è l'incontro con il "tipo che viveva in un abbaino per avere il cielo sempre vicino", Eugenio Finardi, coinvolto in una canzone-feticcio, Nel blu, dipinto di blu, la celeberrima Volare, qui destrutturata e trasformata, in chiave minore, per ottenere un risultato strepitoso: sembra davvero di vivere un'atmosfera onirica, e di "volare nel cielo infinito" sulle ali di due voci emozionanti, mentre un flauto ci soffia nel cielo.
Ma la canzone, insieme al disco, finisce bruscamente, come noi ci svegliamo da un sogno. A differenza del sogno, però, possiamo rivivere le emozioni: basta tornare daccapo, e riascoltare queste otto perle, in attesa di poterle apprezzare in un concerto. Intanto, seguiamo le date dello spettacolo.