Luca Gemma Blue Songs
2015 - Adesiva Discografica / Self
Altro che esterofilia! C'è voluto coraggio e tanto lavoro su armonie, arrangiamenti e sull'impianto linguistico per portare Luca Gemma (ex Rossomaltese) a partorire lo splendido disco Blue Songs. Nonostante si tratti di una revisione di sei brani già presenti nella sua discografia e di tre pregevolissime cover, possiamo definire questo quinto lavoro discografico non soltanto un album inedito a tutti gli effetti, ma dobbiamo soprattutto considerarlo un netto cambio di rotta, a tal punto da non poterlo inquadrare come il diretto successore di Supernaturale (2012).
Questo perché Gemma decide adesso di salpare dai lidi della canzone d'autore per approdare ad un folk intercontinentale, spogliando i suoi brani di ogni appesantimento possibile e mettendo in discussione, per direttissima conseguenza, se stesso e la propria musica. E' un fil bleu di intimità e confessione, di ombre e miraggi, quello che unisce geografie musicali desertiche ad una voce ora morbida e fluente ora corposa, come legno di quercia levigato da acque fluviali.
This Song Is Forever (ex Sogno #1) – tra i brani migliori del disco – è una toccante riflessione sulla perdita e sul dolore che sembra richiamare tra le propria fila musicali il Pall Jenkins di The Yukon Dreams. Paul Weller, invece, – la cui influenza va ben oltre il brano in questione - viene riproposto con una cover di Wild Wood, brano qui ulteriormente alleggerito e dilatato, nonchè immerso in un minimalismo espressivo tanto più vicino alle corde sensibili e profonde dell'ascoltatore quanto più essenziale e diretto. L'ombra di Modugno aleggia su Lu grillu e la luna, unico brano del disco a discostarsi dall'inglese per cedere ad un ugualmente musicale dialetto salentino, mentre Angel Face chiude il cerchio innalzandosi oltre l'atmosfera, sospinta da fiati struggenti e da un'armonica pescata dal sud più estremo degli States, e lasciando sotto di sé Cat Stevens e Ben Harper, rhythm and blues, microelettronica e chitarre invecchiate in botti di rovere; tutti echi e fantasmi di un disco che dopo la fine dell'ultima traccia continua ancora, splendidamente, a suonare.