Lorenzo Hengeller Il giovanotto matto
2006 - Polosud
Non è al primo disco, infatti già nel 2004 era uscito il suo “Parlami Mariù… Ma non d’amore!”. Nonostante il suo cognome testimoni poco le sue origini, a farlo ci pensa la sua musica decisamente ispirata a Napoli e ad anni della musica e della canzone leggera italiana dove questa città del sud regnava incontrastata.
A testimonianza immediata dei sapori a cavallo fra il jazz e la tradizione melodica fra il modernariato e la rielaborazione personale sono due brani in apertura di disco. Il primo è quello che apre in modo vero e proprio l’album dove il Troisi di “Non ci resta che piangere” si finge l’inventore dell’Inno di Mameli e ne abbozza la prima strofa, da qui parte l’improvvisazione in levare sulla tastiera di Hengeller. E poi il quarto brano che prende avvio dalla suoneria dei cellulari Nokia, “Gran vals (Nokia Tune)”. Fra questi due brani ci sono una piacevole ed ironica “Il tic” e una decisamente malinconica “In Bruno veritas”, molto ben giocata fra l’apertura dell’armonica e lo spazio dedicato alle note del pianoforte.
Il periodo a cui si riferisce musicalmente Hengeller è quello che va dagli anni trenta agli anni cinquanta della canzone italiana mescolata al jazz. Il primo nome che viene in mente a cui avvicinare questo pianista napoletano è quello di Carosone, ma non solo: vi è la ripresa moderna di sapori lasciati molti anni fa, quelli del maestro Pippo Barzizza (contraltare swing di Cinico Angelini), c’è Rabagliati, c’è il segno di Natalino Otto, di Gorni Kramer e quello del pochissimo citato attore di varietà, commediografo, giornalista, pittore, autore e cantante Rodolfo De Angelis.
Non vi sono solo questi nomi classici, interessante è la ripresa di “Brava” di Mina su musica di Canfora: ovviamente Hengeller non la canta ma la riprende al piano.
Bella anche la “Ninna nanna per Carla”, brano breve guidato dal suono del sassofono che lascia subito dopo lo spazio per “Pummarola boat” (Savona-Giacobetti), molto nota e resa molto bene con l’andamento dei tre sax.
Avevamo già citato le influenze ed eccole arrivare nel finale. Il disco infatti si chiude con due brani di Kramer: “Buonanotte al mare” con il lento movimento della tromba e “Fraseggio in Mi b” giocato con piano e diamonica. Sempre in chiusura, bello il brano di Hengeller, “Le tue mani”, con un quartetto d’archi, e il brano di Carosone “Amaramente” che si fonde in un‘unica dedica con il libretto a Mario Scarpetta e Aurelio Fierro.