Artista napoletano, anche se non si direbbe dal cognome, Lorenzo Hengeller dà alla luce il suo terzo lavoro facendo dell’ironia, del gusto retrò e della verve da piano bar gli ingredienti principali di una pietanza tutta da assaporare. Come ´Ne il giovanotto matto´ (2007) lo sguardo musicale è rivolto al passato, a Kramer piuttosto che al Quartetto Cetra, a Luttazzi e a Carosone; gli spunti tematici sono invece senza tempo e quindi attuali. ´Ricordi..Rai´ oltre che ad un divertente gioco di parole propone un freschissimo riassunto dei motivi principali della musica televisiva nazionalpopolare degli anni ’50-60: il tema di Almanacco, di Carosello, dell’Intervallo si alternano in un medley tra il divertito ed il nostalgico, ed in effetti chi aveva vissuto quei tempi un po’ di melanconia la nutre pensando alle miserie del tubo catodico di oggi. ´Tassista´ e ´Superenalotto´ usano il jazz come motore di swing tradizionale per dei cammei da folklore quotidiano; è evidente l’intenzione di non prendersi troppo sul serio ma la professionalità dei ritmi e degli arrangiamenti è quella di Tata Giacobetti, geniale nel coniugare cultura musicale e leggerezza dell’essere. ´Il mangiatore di tabacco´ è la storia di una moglie che va all’altare essendo incinta dell’amante, che la guarda seduto tra gli invitati; storia struggente e graffiante sviluppata su di una tromba alla Chet Baker e su di una voce femminile con le vocali arrotondate alla Mina prima maniera. Non mancano le citazioni classicheggianti, come in ´Lezioni di piano´ o ´Cento ..da questo giorno´, brevi ed ironiche, e i richiami felliniani della Bella Vita in ´Vetero-Playboy´ in cui interviene Stefano Bollani alla voce; il massimo dell’inatteso e della scanzonatura che poi prosegue in ´ Che afa fa´, sottolineato nel suono del titolo pronunciato con le parole appiccicate l’una all’altra … cheafafa!! Il capolavoro delle stranezze arriva con ´Edizione straordinaria tg´ – ´Guapparia 2000´, dove la voce di Marisa Figurato simula un servizio che dà la notizia del capovolgimento del Vesuvio con una succosissima dichiarazione della Jervolino ed una penetrante satira sul guappo partenopeo. Impietosa ed efficacissima è ´Primario´, che sfrutta le citazioni del ´Binario´ di Claudio Villa per irridere alla figura del medico supponente; ascoltate i coretti, le rime e i troncamenti delle parole in stile anni ’50, sono tra il meglio del lavoro. I testi da cabaret sono sostenuti da ritmi di tango, di jazz e di blues che danno tono e senso teatrale alla narrazione creando un insieme di assoluto rilievo; sarà anche minimo ma questo canzoniere, grazie alla sua leggerezza, riesce a sollevarsi molto in alto.