L’enfance rouge<small></small>
Derive

L’enfance Rouge L’enfance rouge

2005 - Wallace records/ Audioglobe

08/03/2006 di Alfonso Fanizza

#L’enfance Rouge#Derive

Proseguendo il viaggio iniziato nel lontano 1993, la formazione de L’Enfance Rouge torna sulle scene proponendo un’ulteriore prova delle proprie capacità e portando avanti un progetto che senza prefiggersi alcuna direzione musicale, si dimostra in grado di travalicare qualsiasi concezione, qualsiasi frontiera artistica o geografica che sia.
Sviluppatosi attorno alle figure carismatiche del francese François R. Cambuzat e dell’italiana Chiara Locardi, prima sotto le mentite spoglie de “François R. Cambuzat et Les Enfantes Rouges” e in seguito con la denominazione corrente (nel 2000, ndr), l’essemble franco-italiano ha dimostrato sin dalle battute iniziali una concezione del tutto personale di intendere il modo di fare musica, con un’inclinazione al viaggio espressa non solo con le parole, ma anche con i fatti, esportando ovunque ce ne sia l’occasione la propria produzione (ad esempio: nei campi profughi in Slovenia durante l’ultima guerra, ndr).
“Krsko – Valencia” rappresenta un ulteriore “tappa” di quel “tour discografico” che ha avuto il suo inizio con “Swinoujscie – Tunis” nel 1996 e che li ha visti soffermarsi in diverse “stazioni”, tra le quali “Taurisano – Cajarc” (1998) e il precedente “Rostock – Namur” (2003).
L’opera “magistralmente” orchestrata da quella “creatura mitica” di Fabio Magistrali, onnipresente figura del pianeta alternativo, oltre ai già citati profeti Cambuzat (voce e chitarra) e Locardi (voce e basso), vede l’innesto di Jacopo Andreini (batteria, sax e voce).
Il taglio musicale rispecchia in buona sostanza quello dei lavori antecedenti, sonorità rudi, aspre e contorte contornano un cantato molto spesso sagace, il tutto a scapito della pura melodia. I terreni sondati sono, prevalentemente, di stampo alternative-rock, noise, avant-rock e rock sperimentale, ma l’interesse verso la musica classica contemporanea evidenzia una predisposizione da parte della band nei confronti di un gusto tipicamente dodecafonico del comporre. In fin dei conti, L’Enfance Rouge si presenta, dal punto di vista della composizione, come una formazione che ha fatto dell’atonalità un modello tipico di vita artistico-musicale, riconoscibile nelle tracce “Davos bei nacht”, “La fille aux jambes rayées”, “Noir orange” e “Caracas, Lusaka, Berlin”.
Divisi tra nitidi momenti strumentali (“Calle de los desamparados” e “Barrio chino”) ed un cantato che si presenta ora in francese (“Palais bourbon”, “Ipralde”) ora in italiano (“Gaio e giallo”), ora al femminile (“Chapelle du sauvage”) ed ora al maschile (“Kéroséne”, “Djibouti”), i brani rivelano una testualità nel suo insieme mai banale anche nei pochi secondi di semplice silenzio del brano “Colloquio risolutivo sull’Europa sociale tra il presidente Romano Prodi ed il primo ministro cavaliere Silvio Berlusconi”, espressione di un tutta una filosofia di pensiero.
L’Enfance Rouge dimostrano di aver compreso i meccanismi contorti del sistema non solo musicale e di sapersi muovere al suo interno con decisa abilità: non a caso un artista del calibro di Thurstone Moore (Sonic Youth) li consideri come “uno dei migliori gruppi europei”.

Track List

  • Iparalde|
  • Palais bourbon|
  • Kéroséne|
  • Djibouti|
  • Chapelle du sauvage|
  • Barrio chino|
  • Calle de los desamparados|
  • Davos bei nacht|
  • Gaio e giallo|
  • La fille aux jambes rayées|
  • Pantocrator|
  • Noir orange|
  • Caracas, Lusaka, Berlin|
  • Colloquio risolutivo sull’Europa sociale tra il presidente Romano Prodi ed il primo ministro cavaliere Silvio Berlusconi|
  • Hurricane Lily

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