LEITMOTIV Psychobabele
2011 - Pelagonia Ionica/Audioglobe
Abita la nuova Babele, raccontata dai tarantini Leitmotiv, chi insegue la libertà di un’altra cosmologia, che non strumentalizzi il divino per sottomettere l’uomo (Galileo), oppure chi si allontana dalla città e dalle sue prigioni infelici cercando fortuna in mare e andando incontro al proprio destino, o sognando un amore autentico al di fuori del matrimonio. Palazzi, mari, viandanti e pescatori sono descritti da un rock eclettico che, sempre più maturo, si vena di folk e world-music, psichedelia e soprattutto post-punk: per quest’ultimo genere si ascolti ad es. la title-track, con basso di Giuseppe Soloperto molto ‘80’s e combinazione chitarre-cori che rammenta a tratti i primi U2, ma anche e specialmente i nostri storici Diaframma, oppure si noti la batteria di Dino Semeraro che fa molto Joy Division in Perso. I brani dei Leitmotiv abbracciano l’italiano e brevi inserti di dialetto e inglese, mondi musicali anglofoni (in questo lavoro prevalenti), Mediterraneo e Medioriente (v. sitar, tablas e percussioni de La mia storia è chiara, quasi harrisoniana). Non manca persino un clavicembalo nelle mani di Giovanni Sileno come contraltare dal sapore antico del rock vorticoso di Corrente.
La mirabolante voce di Giorgio Consoli, raffinata e versatile, che nelle dieci tracce del disco canta, recita e sussurra, assume sempre più spesso accenti e tonalità da crooner art-rock; d’altronde a questo genere rimandano i testi ricchi di spessore, tra mito, storia e dominante attualità, nonché le chitarre di Giovanni Sileno e Natty Lomartire, che spesso rammentano quelle di Phil Manzanera, ma talvolta richiamano alla memoria vagamente anche gli arrangiamenti dei seminali Underground Life.
I Leitmotiv, al secondo album ufficiale, ma attivi fin dal 2001, sono una delle band più originali e di qualità nate nell’ultimo decennio in terra di Puglia; li troviamo però un filo meno estrosi e coraggiosi negli arrangiamenti a questo giro, nonostante una pazzesca lunga ghost tracks tra uccellini e improvvisazioni soniche inquiete. L’esperienza porta ad elaborare finemente, consolidare e stabilizzare, ma auguriamo loro di non omologarsi mai ad altre proposte musicali.