I Cani Il sorprendente album d´esordio dei Cani
2011 - 42 Records
A detta di loro stessi, “I cani sono l’ennesimo gruppo pop romano”; a detta dei critici, sono la band rivelazione del 2011. L’unica certezza è che non cantano da cani: malgrado le piacevoli melodie elettroniche, l’ascoltatore è più attratto dai testi che rimandano agli Offlaga Disco Pax; azzardato dirlo, ma Vasco Brondi potrebbe avere dei rivali.
Nessuno si permette di indagare sul loro trascorso; loro, al contrario, traggono le loro liriche dal nostro tempo, quello dei social network e delle finestre sul web. Ogni avvenimento ed espressione diventa spunto per un nuovo testo. Indiscreti, I Cani indagano nella quotidianità dell’italiano medio, e lo sputtanano; in quest’album però non c’è critica, ma fedele e cinica descrizione della triste realtà.
Come dei detective spiano le coppiette, cantano d’amori superficiali e di false apparenze (Le coppie). Da dietro un angolo osservano silenziosi i movimenti dei ragazzetti romani che “comprano e vendono cocaina” (I pariolini di 18 anni).
Turbinii di suoni brillanti, e sonorità vintage in Wes Anderson, omaggio al regista statunitense e alle sue inquadrature simmetriche, brano non del tutto nuovo ai fedeli ascoltatori, poiché uscito nell’estate 2010.
Per la serie: dimmi che hobby hai e ti dirò chi sei, c’è un mondo oltre il bricolage; c’è la passione per la fotografia, per il teatro ne Le velleità. I Cani svelano che dietro apparenti aspirazioni ci sono una miriade di interessi, a volte anche squallidi.
I brani dell’album sono undici, tutti simili, sound stridenti e liriche graffianti; tre di essi sono strumentali, v’è dentro il caos delle vie del centro romano, sirene e traffico inclusi, altri invece ricordano le hit dei primi Depeche Mode. Il sorprendente album d’esordio è un disco che si scosta dalla realtà, ne prende le distanze e si impone, quasi come una legge, un carico di elettropop che vira verso l’indie, un tripudio di energia.
Cosa ne sarà di questa generazione degli anni zero? Riusciremo a salvarci? La certezza è che ci siamo dentro fino al collo, che sarà difficile venirne fuori e questo lavoro lo dimostra . Non ci resterebbe che piangere, menomale che ci sono I Cani, che in questa amara realtà ci sguazzano e si divertono, e, magari strappandoci un sorriso, ci fanno riflettere.