Gianluca De Rubertis L`equazione del destino
2024 - Autoprodotto/ADA Italy/Cramps Music
Quella che è certa è la sua evoluzione artistica notevole, una transizione dallo stile tra l’indie e il vintage al pop, e ancora poi al cantautorato istrionico degli inizi da solista (quanto faceva pensare a Serge Gainsbourg?), arrivando alla maturità del bellissimo e relativamente recente La violenza della luce, uscito a ridosso degli anni bui del Covid, e che avrebbe meritato molta più visibilità.
Ora sono parecchi mesi che De Rubertis ci fa pregustare questo suo quarto album da solista, prima col pop vagamente elettronico de Le Piramidi (che, per inciso, entra nella testa e non esce più), poi con quel capolavoro dell’anima, della memoria, che è il Pellicano, condito con un regalo che l’artista ha fatto a sé stesso e ai suoi seguaci: uno dei video lyrics tra i più affascinanti ed emozionanti di sempre. E ancora, con le due impeccabili collaborazioni con Dente (Il concetto di virtù) ed Eterno rosso con Camilla dei ROS.
In mezzo, una cover che spiega molto delle capacità di De Rubertis: Era già tutto previsto. Ha preso un classico del cantautorato, un’ottima canzone per molti, magari un capolavoro per alcuni altri (i fans di Cocciante), e l’ha trasformato in un ibrido, rasentando la perfezione, riuscendo ad aggiungere alla particolarità dell’originale - il crescendo - il ritmo trascinante e creando qualcosa di quasi ipnotico. Ed è forse qui che nasce il cantautorato-pop!
Con questi pezzi, altri autori del mainstream avrebbero potuto condire due-tre album, ma De Rubertis riesce a darci di più, condensandoli e tirando fuori un LP che rasenta la perfezione, dove trovano posto altri episodi rilevanti, come la title track L’equazione del destino, la poetica e decadente Notte oscura, e L’intelligenza del dolore, uno dei titoli più affascinanti mai sentiti, che mantiene le promesse del titolo: ottima melodia con arie del miglior Battiato maturo.
E non dimentichiamo, oltre alla notevole capacità di scrivere e suonare musica e una voce unica e speciale, anche quella di comporre dei testi importanti: un talento esclusivo nel giocare con le parole e a renderle evocative e perfettamente integrate alla musica.
“Signori, attenti all’entusiasmo” diceva Carmelo Bene, ma ogni tanto è giusto anche lasciarsi andare, e sbilanciarsi: L’equazione del destino è un gran disco, un’opera pregevole che meriterebbe la giusta gratificazione.
Aspettiamo i live di De Rubertis, sia in forma solo al piano (l’anima più cantautorale) sia in formazione come ai tempi del Il Genio e Studiodavoli (l’anima più pop). Il materiale per entrambe le soluzioni c’è, eccome!