Giacomo Toni Ballate di ferro
2021 - L`amor mio non muore
Merito di una lucidità inconsueta, in tempi confusi, di una solida esperienza musicale, che ha portato Toni a prendere confidenza con l'uso dei suoi due strumenti, la voce e il piano-punk, e, infine, di un incontro felice con un musicista, che da tempo impreziosice di suoni originali i lavori non solo propri, ma anche altrui: quel Don Antonio, alias Antonio Gramentieri, già pard di artisti del calibro di Antonio Escovedo o Dan Stuart, fondatore della band Sacri Cuori, che riveste di dettagli insoliti e di gran classe un abito già di per sé di alta classe, e nel disco suona chitarre, synth, tastiere e fa i cori, sempre con risultati eccellenti.
L'ispirazione di Toni non arretra di un millimetro, davanti alla prosaicità dei tableaux de vie che si trova a descrivere, ma, anzi, la coglie come un elemento sfidante; così, il tema stilnovistico del passaggio della bella donna viene trasformato in un racconto tex mex, in Gli autobus, e la riflessione sul rapporto a due di Sarà viene interpretato con echi anni Sessanta e piglio jannacciano.
La cura per gli arrangiamenti si avverte ovunque, nel disco, e la scrittura di Toni rappresenta, con sicurezza che non diventa mai sicumera, un punto di vista sull'amore, sulla donna, su viaggi in posti non tranquilli, senza timone, con il vento nel petto (come canta in Se proprio devo), che non può lasciare indiffferente l'ascoltatore.
Menzione d'onore, fra gli altri brani, per la conclusiva Buongiorno, blues essenziale e perfetto, canzone d'amore maleducata e raffinata, che ci deve persuadere a riempire di senso e di ottima musica questo autunno freddissimo, e ci può curare i nostri mal di pancia, e soprattutto di cuore.