Giacomo Lariccia Ricostruire
2017 - Avventura in musica
Le undici tracce del disco si fanno lentamente strada nel cuore dell'ascoltatore, svelandogli scenari ricchi di suggestioni e di sfumature; Lariccia qui indaga la forma canzone, dopo due dischi dedicati a dare voce a storie del secondo dopoguerra e degli italiani nelle miniere del Belgio, entrambi finalisti al Premio Tenco, e lavora sulla ricerca dell'armonia fra testi e musica, avvalendosi di arrangiamenti compositi, eclettici, dal pop di Luce al folk minimale di Come sabbia, passando per il crescendo emozionante di Quanta strada.
All'equilibrio contribuisce una scrittura ancora più essenziale, ricca di esperienze anche dolorose, come quelle vissute durante i recenti episodi di terrorismo che hanno recentemente colpito il Belgio ; Lariccia infatti vive a Bruxelles dal 2000, e il suo status di italiano all'estero, sempre però legato alla patria d'origine, gli ha consentito, nel corso del tempo, di riflettere con attenzione non solo sulle vicende italiane, ma anche e soprattutto sulla condizione umana in questi anni.
Con uno sguardo ai maestri della generazione precedente, De Gregori su tutti, e uno ai coetanei, come Fabi o Gazzé, Lariccia sa però ritagliarsi uno spazio originale, soprattutto per quanto riguarda l'ispirazione complessiva, che sa staccarsi dalla riflessione centrata su di sé, per spaziare in un ambito più ampio. Perciò, i testi, particolarmente curati ed essenziali, sorvegliati, senza verbosi autocompiacimenti, sono focalizzati sull'uomo in relazione al proprio percorso (La mano di un vecchio, da cui sono tratti i versi prima citati, oppure la traccia che dà il titolo all'album), oppure alle prese con il senso dell'amore (Amore e variabili, suoni nebbiosi e francesi per parole precise e chiarissime; o Senza farci del male, arrangiamento pop per un testo sincero e diretto).
Discorsi a sé stanti sono Celeste, il nome della donna che, prima del rastrellamento nel Ghetto di Roma, la sera del 15 ottobre 43, provò inascoltata ad avvisare gli abitanti: una piccola storia, raccontata con parole che ricordano Alda Merini, che incrocia la Storia con la maiuscola; e Fiore d'inverno, leggera samba, dedicata al secondo figlio, ma anche alla vita che si fa strada, nonostante la paura. Una prova matura, una tappa importante, nel percorso artistico di un musicista schietto e coraggioso.