Francesco Vannini Tornando a noi
2015 - Seahorse Recording
Il suo percorso biografico si ritrova interamente nell'album; infatti si divide tra classico e pop cantautorale italiano, iniziando con studi di pianoforte al conservatorio per poi, da autodidatta, passare alla chitarra, alla armoniche, alla chitarra elettrica, slide e mandolino. In questo album mescola testi molto diversi tra loro che spaziano dal racconto "morale" con la "trilogia dell'uomo giusto" all'ironico.
Musicalmente resta alquanto statico, non osando mai: nessun brano esplode musicalmente, arriva alle orecchie dell'ascoltatore e resta nella sua testa per l'ascolto successivo nel quale si confonderanno tra di loro i brani. La nota di colore deriva dalla voce di Vannini che in un paio di occasioni ricorda quella di Ivan Graziani: la coincidenza vuole che per ben due volte l'autore di Tornando a noi si sia classificato al Premio Pigro dedicato appunto a Graziani.
La biografia di Vannini è legata a riconoscimenti importanti per la musica italiana da quando nel 2011 decide di diventare solista proponendo i brani che aveva composto per la sua band: Marcello e i Qualsiasi, in particolar modo la canzone Bomboletta Spray che si classifica seconda al Biella Festival, lo fa suonare per tutta Italia, e nel 2012 Francesco Vannini vince la targa SIAE per la più spiccata personalità artistica. L'album è alquanto particolare e in qualche modo riporta alle radici siciliane del cantautore, sia per il tono ironico in alcuni brani, sia per la parte più profonda e attuale; dall'altra parte c'è la parte più sentimentale da trentenne riguardante l'amore e l'amicizia; sceglie di essere eccessivamente essenziale, evidenziando già nella copertina come la musica sia un suo bisogno primario, come se scrivere i testi abbia soddisfatto il suo appetito.
Il cantautore esprime chiaramente la sua idea, il senso del suo messaggio con brani che non lasciano spazio all'interpretazione, anche nel duetto con Goran Kuzminac ne Il viaggio, un amore nel più classico senso di superamento di ogni barriera, ma non si spinge oltre, resta frenato dalle sue stesse parole. Un album agrodolce, che tenta la strada pop con Verde assenzio, quella che sicuramente gli riesce bene ironica in Ultimo show, per poi tornare alla trilogia prima accennata che è la parte migliore: Un uomo migliore che racconta gli strategemmi di Perlasca durante la Seconda Guerra Mondiale per salvare migliaia di persone "come avrebbe fatto chiunque", Prima o poi e L'uomo che sapeva troppo che parlano di legalità, di regole e di dignità.
In Tornando a noi manca la parte emozionale che permette il coinvolgimento, il poter vivere il lavoro con lo stesso sentimento col quale è stato creato: la bella voce calda e chiara di Vannini non riesce del tutto a supplire la mancanza di enfasi musicale che i testi sicuramente meritavano.