Francesco Vannini Non siamo mica le star
2020 - autoprodotto
Colpisce la versione Vannini sicura, molto deciso nel dare spazio a tutto ciò che non è esibito, in un album dedicato a chi “svuota il mare col cucchiaio”, tra il cinico e il distaccato mantiene un occhio sentimentale sull’amore con un cantautorato classico che risente molto dell’interpretazione del periodo tributo a De Gregori, soprattutto nel brano Se sono bravi tutti. Una visione cruda della contemporaneità social incattivita e superficiale, attenta al selfie, trascurando e, spesso calpestando, l’interiorità, attenta al profitto, all’apparire a costo di cibarsi gli uni degli altri, come se si avesse un prezzo che agli occhi altrui è sempre inferiore; in Cobalto, in chiave semielettronica ritmata, la fotografia di una politica che fa del tutto il suo contrario, ma in questa lava devastante di attualità patinata, Vannini, in Preghiera richiede l’amore e, più in generale, lo spazio per essere umani con cultura, stupore, musica, sentimenti, tornando ad essere animali sociali che interagiscono e si intersecano. La biografia di Francesco Vannini dimostra la voglia (e bisogno) di “fare musica”: dal pianoforte a sei anni agli studi da autodidatta di vari strumenti fino alla laurea triennale in “discipline della musica” e riconoscimenti importanti, tra i quali spiccano la Targa SIAE “Sergio Endrigo per la più spiccata personalità artistica e il secondo premio al “Premio Pigro Ivan Graziani” sempre col brano Bomboletta spray. Pur regalandoci un quadro di estremo bisogno di interazione, Vannini dimostra che da solo rende al massimo, mosso dalla passione, dalla voglia di comunicare e di esprimersi, vincendo in immediatezza.