Francesco Di Bella ‘O Diavolo
2018 - La Canzonetta Records
Scinne Ambresso nonostante la serenità del suono è mossa da inquietudini (“‘a vita passa fore ‘a fenesta/
e vide quale strada s’hadda piglià). Il solipsismo di Stella nera è esaltato dal dolcissimo arrangiamento di archi (a cura di Valerio Vigliar). Rivelazioni e Rub-a-dub style sono i brani in cui la componente dub si sente maggiormente, senza però scadere negli stereotipi del genere. Quasi si fa liquida, per scorrere tra le pieghe di una voce calda e di giri di basso. Il giardino nascosto vede la partecipazione di Roberto Dellera al basso e nota dopo nota sembra farci scorgere la meraviglia in esso celata.
Il pianoforte di Andrea Pesce rende più lievi i passi verso l’abisso del detenuto narrato in Canzone ‘e carcerate (“‘o tiempo d’’a speranza s’è fermato/e a poco a poco comme squaglia ‘a cera/‘a vita mia cu ‘o sole s’è squagliata”). E’ il brano dagli arrangiamenti più scarni, come se ogni orpello fosse un ulteriore affronto a queste “varche senza vela”.
Sulo pe’ te ripresenta il tema del Diavolo come portatore di dissidi interiori, dietro dei suoni quasi carezzevoli il testo ha ombre degne di un romanzo di Gesualdo Bufalino. Notte senza luna non può che essere il naturale seguito di questo fil rouge e la perfetta conclusione del disco. A parlare è una figura di cui poco si sa e si apprende, se non che “a ‘o munno ce sta tanta brava gente/a me nun è tuccata ‘sta furtuna”. Forse un bandito, forse solamente un disperato che erra in una notte senza luna le cui trame sonore scorrono veloci come dita sui tasti.
‘O Diavolo è un disco che gioca su più livelli musicali (l’elettronica che si nasconde e gli strumenti suonati), testuali (la forte letterarietà e l’uso del dialetto) ed emotivi (la speranza e la disperazione, l’inquietudine e la beatitudine appena sfiorata). Proprio per questo ogni ascolto vi farà notare un diverso dettaglio, anche se forse la totalità, come il Diavolo, resterà inafferrabile.