Eleonora Bordonaro Roda
2024 - Finisterre, Just Entertainment
Eleonora Bordonaro fu durante un concerto in occasione della presentazione di Cinquanta - 50 anni di ritratti della mia musica di Renzo Chiesa. Un’esibizione intensa, in cui, oltre alla voce, mi rimase impressa la sua figura maestosa, con la chioma nera lucente. Trasudava vitalità, e non mi sorprende ritrovare questo approccio in un progetto decisamente unico nel suo genere, quello che costituisce l’ossatura del disco Roda, suonato, tra gli altri, con il fidato Puccio Castrogiovanni.
Roda è un presentare al mondo una lingua, il cosiddetto galloitalico parlato solo a San Fratello, il cosiddetto lombardo di Sicilia, che, a sentirlo oggi, ha quasi qualcosa di portoghese. È un portare l’ascoltatore a toccare con mano tradizioni che rischiano di perdersi, sentimenti arcani, a trovarsi in posti remoti in cui chissà se avrà modo di andare di persona. Nelle parole della cantautrice: “È un viaggio sgangherato e lussuoso dentro un desiderio. È uno squillo, una frustata e un trillo, uno schioccare di fruste e cavalli al galoppo, un urlo gridato in faccia alla morte, alla malinconia, alla solitudine. Con una risata. Vive in bilico tra festa popolare, dancehall, saggio antropologico, raduno rock, fumetto e visione mistica.”
Ogni brano è un vero e proprio racconto di questo libro di storia viva e non musealizzata, perché San Fratello difende coi denti le sue tradizioni, perché vive il mondo senza farsene divorare. Giuriei è un esempio sorprendente di come si possa raccontare un mondo antico con sonorità attualissime, con la settimana di Passione e la resurrezione di Cristo, che si mescolano con il Carnevale e la sua allegria.
Protagonisti di tutte le storie sono i Giudei di Sanfratello, coloro che portano un prezioso costume (Culaur sgargient), che può essere toccato solo dalle donne di famiglia: sono amici e sodali, che, vicini o lontani, non mancano mai la tradizione pasquale. Quella in cui, dopo tanto dolore, arriva la gioia della Resurrezione, dopo la solitudine pensierosa nel Getsemani prima, e disperata sulla Croce poi.
Eleonora Bordonaro ci prende per mano, a passo di danza, per alleviare tanto dolore e scorgere la gioia della vita che c’è oltre.
Il mio primo impatto con Roda è un presentare al mondo una lingua, il cosiddetto galloitalico parlato solo a San Fratello, il cosiddetto lombardo di Sicilia, che, a sentirlo oggi, ha quasi qualcosa di portoghese. È un portare l’ascoltatore a toccare con mano tradizioni che rischiano di perdersi, sentimenti arcani, a trovarsi in posti remoti in cui chissà se avrà modo di andare di persona. Nelle parole della cantautrice: “È un viaggio sgangherato e lussuoso dentro un desiderio. È uno squillo, una frustata e un trillo, uno schioccare di fruste e cavalli al galoppo, un urlo gridato in faccia alla morte, alla malinconia, alla solitudine. Con una risata. Vive in bilico tra festa popolare, dancehall, saggio antropologico, raduno rock, fumetto e visione mistica.”
Ogni brano è un vero e proprio racconto di questo libro di storia viva e non musealizzata, perché San Fratello difende coi denti le sue tradizioni, perché vive il mondo senza farsene divorare. Giuriei è un esempio sorprendente di come si possa raccontare un mondo antico con sonorità attualissime, con la settimana di Passione e la resurrezione di Cristo, che si mescolano con il Carnevale e la sua allegria.
Protagonisti di tutte le storie sono i Giudei di Sanfratello, coloro che portano un prezioso costume (Culaur sgargient), che può essere toccato solo dalle donne di famiglia: sono amici e sodali, che, vicini o lontani, non mancano mai la tradizione pasquale. Quella in cui, dopo tanto dolore, arriva la gioia della Resurrezione, dopo la solitudine pensierosa nel Getsemani prima, e disperata sulla Croce poi.
Eleonora Bordonaro ci prende per mano, a passo di danza, per alleviare tanto dolore e scorgere la gioia della vita che c’è oltre.