Moviti Ferma<small></small>
Italiana • Folk

Eleonora Bordonaro Moviti Ferma

2020 - Finisterre

30/04/2020 di Laura Bianchi

#Eleonora Bordonaro#Italiana#Folk

Ma sarà possibile restare fermi, in questo tempo tormentato, eppure sentirsi perennemente in movimento, spaziando in mezzo a ricordi, suggestioni, luoghi interiori? La brava cantautrice di Paternò Eleonora Bordonaro ne è convinta: e ha intitolato proprio Moviti ferma il suo nuovo lavoro, che sintetizza un percorso ricco di echi, di amicizie, di storie e di incanti, a tre anni di distanza da Cuttuni e lamé, altra tappa significativa e densa di novità.

Innanzitutto, una precisazione: nella lingua siciliana, muvirisi non significa muoversi, ma restare, e proprio su questo apparente controsenso si impernia la ricerca dell'artista, che, in questo caso, si è fatta aiutare dal meglio della musica etnea, da Cesare Basile ai Lautari, ma anche della scena indipendente catanese, da Agostino Tilotta, degli Uzeda, a Fabrizio Puglisi. Ne emerge un mosaico di toni, di suoni, di provenienze, dall'Oriente (come la trascinante tammuriata Sprajammu di la luna) al reggae di Cunurtatu, fino al racconto in punta di chitarra di A merca, arricchita dai contributi di  Puglisi e Giovanni Arena.

Il tema centrale è il femminile, la sua identità, le sue origini ancestrali; ma non si pensi a un disco militante, femminista, bensì a un tributo alla sostanza profonda, quasi materica, multiforme e sfaccettata, della donna - terra, che contiene e accoglie, seduce e abbandona. All'ombra dell'Etna, Bordonaro riscopre e ripropone strumenti antichi e nuovi, uniti a  una voce senza tempo, e conduce l'ascoltatore in un cammino che definire folk sarebbe riduttivo: si ascolti Menza Spogghia, con la collaborazione della chitarra di Agostino Tilotta e della voce di Gaspare Balsamo, dall'atmosfera sospesa e magica, che descrive una processione di donne all'alba, oppure I Dijevu di Vurchean, canto alla "brama di vita", in cui si incrociano il samba della comunità nera di Bahia e un testo in gallo italico di San Fratello, con l'accompagnamento del collettivo Sambazita, laboratorio permanente di percussioni specializzato in repertorio di afro samba, e dell'orchestra Jacaranda, cresciuta alle falde del vulcano.

Non mancano i momenti più tipicamente letterari, come Omu a Mari, di Gaspare Balsamo, ispirato al romanzo Horcynus Orca di Stefano D'Arrigo e all’incontro di un marinaio, innamorato dell'Isola delle Femmine, oppure la traccia che dà il titolo all'album, mai tanto attuale, con un invito a restare fermi, ma a fare girare la terra nella nostra fantasia, "ca passa la nuttata".

Sul tutto, la vibrante voce di Eleonora Bordonaro, mai tanto piena e matura, ricca di infinite sfumature, dall'ironia (si ascolti la frizzante ricetta sottilmente erotica di Picchiu pacchiu) all'incanto di Tridici maneri ri farisi munnu, testo del poeta Biagio Guerrera, arrangiamento di Basile, che ripete, come un mantra, "non scordare niente...e amare". Un disco prezioso, da tenersi stretto, per riceverne forza e per vivere pienamente, pur restando fermi. Perché a questo servono la (bella) musica, e l'arte.

 

Track List

  • Sprajammu di la luna
  • Moviti ferma
  • Tridici maneri ri farisi munnu
  • Cunurtatu
  • A merca
  • Omu a mari
  • Picchiu pacchiu
  • Menza spogghia
  • I Dijevu di Vurchean
  • Ramu siccu

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