Eleonora Bordonaro Cuttuni e lamé
2017 - Finisterre / Felmay
Chi può essere una cantastorie? Una girovaga, una migrante della vita, un'esclusa dalla società, che rivendica il proprio diritto a esistere raccontando le storie degli altri, scegliendo strumenti e codici che le permettano di farsi capire dai propri ascoltatori. E quale mondo meno ascoltato, meno valorizzato e meno considerato esiste, che quello femminile, in una società, come quella siciliana, chiusa ai cambiamenti, sostanzialmente maschile?
Di questo, e di molto altro, si occupa Cuttuni e lamé – Trame streuse di una canta storie, il primo disco firmato da Eleonora Bordonaro, prodotto con Puccio Castrogiovanni e la partecipazione di molti musicisti e autori.
I brani di questo prezioso disco, suonato magistralmente e interpretato con cuore e passione, non sono solo canzoni, ma canti tradizionali, o ispirati alla tradizione, che raccontano pregiudizi, debolezze, dubbi e incanti delle donne siciliane. La donna che li canta usa una lingua duttile, una lingua cardiaca: il siciliano e il Gallo-Italico di San Fratello, borgo messinese, contributo normanno, che fonde dialetti del Nord Italia e del Sud della Francia.
I suoni scelti sono sempre adeguati al contesto: ecco allora che ascoltiamo marranzani, mandolini e altri strumenti, a volte inaspettati, come un trombone jazz in 'A partita, oppure la chitarra ritmica sudamericana in E poi ci su i paroli, o ancora il sapore tangheiro di Cuttuni e lamè.
L'intero disco si muove quindi in territori contaminati, spurii, sporchi, ed è proprio in questo che sta la propria forza: come nella ricerca etnologica e mescidata di Cesare Basile o del recente Capossela, le sfumature blues, manouche, latine si mescolano ad altre decisamente folk. Sul tutto domina la voce espressiva e intensa di Bordonaro, che trasmette emozioni, aspirazioni e forza delle donne siciliane, e, forse, di tutte le donne.