Ed NO BIG DEAL
2016 - Riff Records / Wiener Records
A due anni di distanza dall'ultimo album, Meglio soli, Ed fa la sua ricomparsa sulle scene con un disco cantato nella lingua che più gli si addice, l'inglese. No Big Deal è appena uscito per Riff Records e l’etichetta americana Wiener Records, qualche mese dopo il grande successo dell'Ep Modern Times.
No Big Deal contiene undici tracce di dream pop nudo e crudo, in bilico tra atmosfere americane stile primi America e brit pop anni novanta.
Il titolo in italiano è “non importa”, “non è un problema”. O meglio, è la classica alzata di spalle di quando capisci che al mondo ci sono problemi ben più peggiori di inutili battibecchi. La tematica dell'album a grande linee è questa: i personaggi delle undici tracce hanno o hanno avuto dei problemi ma hanno anche capito che il motto è no big deal quindi prendi esci a fa quel che più ti piace cercando di non perdere mai l'entusiasmo.
Il disco si apre con un intro, The Chance To, che però, a me personalmente, non ha fatto presagire molta vitalità o entusiasmo verso questa nuova predisposizione ad affrontare i problemi in modo diverso. E' una ninna nanna che messa all'inizio del disco spiazza un po', soprattutto se subito dopo troviamo la title track e la spensierata, sia nella tematica che nelle ritmiche garage-surf, Please have fun!.
Diciamo che la spensieratezza lascia subito il posto alla malinconia, ad uno stato d'animo che non riesce ad essere felice al cento per cento. Traccia dopo traccia il disco è impeccabile coerente con se stesso sopratutto nelle ritmiche che non abbandoneranno più il piovoso brit pop, ma da Kinda Like You alla struggente The Pain I Felt il mantra No Big Deal viene messo nel dimenticatoio per far spazio a testi con al centro la tematica della perdita e della paura.
Da The Color I Want invece le melodie si aprono, si parla di amori adolescenziali in Being You, di comunicazione moderna nella bellissima Modern Times e di crisi passate con Whatever.
Il disco si chiude con Lights On, Lights Out. Già titolo del primo ep di Ed, oggi riscritta e risuonata ripercorrendo il suo percorso dagli esordi.
Nel complesso No Big Deal è un disco, come detto precedentemente, musicalmente coerente, sognante e tenue come fosse un acquarello. E proprio come un acquarello si apprezza la tecnica, ma forse manca qualcosa che, almeno per chi scrive, faccia strappare i capelli per l'entusiasmo.
No Big Deal contiene undici tracce di dream pop nudo e crudo, in bilico tra atmosfere americane stile primi America e brit pop anni novanta.
Il titolo in italiano è “non importa”, “non è un problema”. O meglio, è la classica alzata di spalle di quando capisci che al mondo ci sono problemi ben più peggiori di inutili battibecchi. La tematica dell'album a grande linee è questa: i personaggi delle undici tracce hanno o hanno avuto dei problemi ma hanno anche capito che il motto è no big deal quindi prendi esci a fa quel che più ti piace cercando di non perdere mai l'entusiasmo.
Il disco si apre con un intro, The Chance To, che però, a me personalmente, non ha fatto presagire molta vitalità o entusiasmo verso questa nuova predisposizione ad affrontare i problemi in modo diverso. E' una ninna nanna che messa all'inizio del disco spiazza un po', soprattutto se subito dopo troviamo la title track e la spensierata, sia nella tematica che nelle ritmiche garage-surf, Please have fun!.
Diciamo che la spensieratezza lascia subito il posto alla malinconia, ad uno stato d'animo che non riesce ad essere felice al cento per cento. Traccia dopo traccia il disco è impeccabile coerente con se stesso sopratutto nelle ritmiche che non abbandoneranno più il piovoso brit pop, ma da Kinda Like You alla struggente The Pain I Felt il mantra No Big Deal viene messo nel dimenticatoio per far spazio a testi con al centro la tematica della perdita e della paura.
Da The Color I Want invece le melodie si aprono, si parla di amori adolescenziali in Being You, di comunicazione moderna nella bellissima Modern Times e di crisi passate con Whatever.
Il disco si chiude con Lights On, Lights Out. Già titolo del primo ep di Ed, oggi riscritta e risuonata ripercorrendo il suo percorso dagli esordi.
Nel complesso No Big Deal è un disco, come detto precedentemente, musicalmente coerente, sognante e tenue come fosse un acquarello. E proprio come un acquarello si apprezza la tecnica, ma forse manca qualcosa che, almeno per chi scrive, faccia strappare i capelli per l'entusiasmo.