Davide Solfrini Ultravivere
2020 - New Model Label
Il cantautore di Cattolica, nell'imminenza dei quarant'anni, propone un disco poliedrico ed energetico, che si avvale di ottimi musicisti ( Tommy Graziani alla batteria, Cristian Bonato al synth, Andrea Angelotti alle percussioni, mentre lui stesso si occupa di tutto il resto (voce, chitarre, basso, synth, tastiere, piano, mandolino, drum programming), il che lo pone un gradino sopra rispetto a tanti sedicenti artisti, che sanno suonare a malapena uno strumento.
Il mondo di Solfrini è tutto in questo lavoro, scritto col cuore, prodotto con la testa, suonato coi nervi, con sorprendenti incursioni nei vari generi (si ascolti Un pescatore per capire l'equilibrio fra musica e testi) e un filo conduttore forte, difficile a spezzarsi: pensieri profondi e dolenti sul nostro tempo, ma raccontati con leggerezza, come nel caso della rapida Smontati la testa, dal riff alla Ligabue, ma con una dose in più di autoironia senza dubbio piacevole, oppure nella traccia che dà il titolo all'album, e che narra della ricerca di un'altra domenica, di un posto migliore in cui mangiare, ridere e vivere.
Non mancano però, fra le pieghe di un disco complessivamente energico ed elettronico (uno dei momenti più rappresentativi, in tal senso, è Terra straniera), momenti più meditativi, come nella bella Intercity Blues, in cui lo sguardo acre di un Solfrini viaggiatore descrive impietosamente l'umanità in transito su un treno, bloccata da un suicida sui binari, metafora della nostra esistenza in bilico, o ancora nell'atmosfera sospesa di Aria diversa, nella quale la voce corrode le ipocrisie e le finzioni di tutti e di ciascuno.
Mezz'ora di musica non facile né compiacente, sostenuta da un ritmo ricco di forza, cantata e suonata con rabbia e convinzione: questo è Ultravivere. Volete ultravivere anche voi?