David Bromberg The Blues, The Whole Blues and Nothing But the Blues
2016 - Red House Records / IRD
Questa sorta di ideale "bringing it all back home" è, ad avviso di chi scrive, un disco riuscito. Certo, è pur vero che dal punto di vista vocale Bromberg non è certo un blues singer, ma va anche detto che lui il Blues lo ha sempre suonato e cantato fin dal 1971, ovvero dal suo primo album, e spesso riprendendo classici del genere del quale sono ricchi molti dei suoi dischi. Poi che la qualità musicale complessiva, e quella dei pezzi scelti, escluso forse l'ultimo (poi leggerete il perchè), è di assoluta qualità.
Riunita la sua band, Mark Cosgrove, Butch Amiot, Nate Grower e Jush Kanusky, affiancandoli a Bill Payne (Little Feat), ed una sezione fiati composta da Peter Ecklund, Lou Marini, Steven Bernstein e Birch Johnson, affidando la produzione finale a Larry Campbell.Si comincia con Walkin' Blues (Robert Johnson), un bel blues elettrico che ha un bel tiro. Pezzo celeberrimo che è passato per le mani di gente come Grateful Dead, Muddy Waters, Eric Clapton. Bromberg non sfigura con la sua versione. How Come My Dog Don't Bark When You Come Around? è un bel pezzo di dall'andamento R&B con i fiati ed i fiddle a farla da padrona. Kentucky Blues ha il passo di un Country Blues, con il fiddle a tessere la struttura del pezzo. Why Are People Like That? proviene dal songbook di Bobby Charles, uno che nella sua carriera ha scritto un pezzo come See You Later Alligator e che, solo per questo (solo??) meriterebbe di essere scoperto da coloro che non abbiano avuto la fortuna di ascoltarlo, o sottovalutarlo fino ad oggi. Versione solfurea quella proposta da David, con fiati e chitarre in grande spolvero. Ray Charles non poteva mancare in un album del genere, e la sua A Fool For You è un piccolo gioiello acustico dove il pianoforte di Ray è "sostituito" dalla chitarra di Bromberg. Versione intensa.Eyesight To The Blind è un pezzo scritto da Sonny Boy Williamson che nelle mani di Bromberg e dei suoi si trasforma in una sorta di pezzo swingato. Molto bello il pezzo di violino che caratterizza la parte centrale, seguito da uno delizioso solo di chitarra. 900 Miles suona come l'ha scritta il suo autore originale, Howlin' Wolf. Bello l'incedere del pezzo al quale manca una interpretazione alla stregua dell'autore originale che, da questo punto di vista, era veramente particolare e viscerale.
Yeld Not To Temptation avrebbe potuto tranquillamente stare nel soundtrack di Blues Brothers. Il pezzo venne scritto da Don Robey usando però il suo pseudomino che era Deadrich Malone. Robey era un produttore ed anche il fondatore della Peackock Records e poi della Duke Records, etichette dalle quali passarono gente come Big Mama Thornton con il suo hit Hound Dog (1953), Bobby "Blue" Bland e molti altri ancora.You've Been A Good Ole Wagon è un classicone di Bessie Smith, una delle artisti più importanti della storia del Blues e del Jazz negli anni venti e trenta del secolo scorso, soprannominata, a ragione, l'Imperatrice del Blues. Un personaggio straordinario alla quale si sono ispirate ladies come Ella Fitzgerald, Billie Holiday, fino a Janis Joplin. Questo dovrebbe farvi comprendere la sua importanza. Propedeutici gli ascolti ai formidabili Complete Recordings per comprenderne il valore assoluto. Le versione di Bromberg si avvale di un grande arrandìgiamento della sezione fiati che nel pezzo ha predominanza assoluta. Delia è un tutto nel passato. la canzone era infatti presente nel primo album di Bromberg nel 1971. E' un traditional rivisitato da musicisti come Johnny Cash o Bob Dylan. Un pezzo di cristallina bellezza che Bromberg rivisita in compagnia di Larry Campbell consegnandocene una versione stupenda.
La title track dell'album arriva dalla penna di Gary Nocholson e Russell Smith. Ai più gli Amazing Rhythm Aces, ma Smith arriva da quella band, mentre Gary ha scritto per così tanta gente nella sua carriera che l'elenco sarebbe interminabile. Versione piacevole, nulla di imprescindibile, ma molto, molto gradevole. Gli ultimi due pezzi sono frutto della penna di Bromberg. Il primo dei due, This Month, è un Blues/Rock decisamente intrigante dominato dalla chitarra elettrica, con l'organo in sottofondo a caratterizzare il pezzo, per pronderne il sopravvento nella parte centrale della canzone. Niente male. You Don't Have To Go è il pezzo che meno mi piace del disco. Andamento classico, ma la sensazione di un pezzo sentito e risentito c'è tutta. Poco male, non è certo un pezzo banale ad inficiare il giudizio complessivo di un album che merita di essere ascoltato con molta attenzione.