Durante un episodio della serie televisiva ´Chuck´, il protagonista, nel mezzo di una discussione intima, definisce il primo disco degli Arcade Fire (´Funeral´, ndr) come un ´afrodisiaco musicale´.
Un’affermazione emblematica che sottolinea come la band canadese sia, nell’arco di pochi anni, riuscita a penetrare nell’animo di molti ascoltatori e conquistare la scena internazionale proprio per mezzo di seducenti melodie accostate ai due timbri vocali, quello mistico di Win Butler e quello in grado di giocare con le corde dell’anima di Régine Chassagne, mostrando a tutti il calibro della band.
Non bisogna, però, eccedere in inutili confronti, snobbando ´The suburbs´, di certo non un capolavoro assoluto come lo è stato il debuttante ´Funeral´, ma pur certo un lavoro intrigante. Così come l’opera seconda, ´Neon bible´, anche il nuovo disco del sestetto canadese ha un suo perché, facile d’apprezzare e da godere per il fascino delle sue canzoni.
Gli Arcade Fire invertono la rotta, lasciano da parte quelle atmosfere trasognanti e fortemente emotive dei primi due dischi e presentano un lavoro più descrittivo, inteso a modo di concept secondo il batterista Jeremy Gara, in cui vengono rievocati i sobborghi e le periferie del passato, attraverso immagini e sogni di bambino, alienazione, speranze ed esperienze.
Gli Arcade Fire hanno quel non so di magnetico che riesce a catalizzare l’ascoltatore, la loro musica sviscera emozioni contrastanti che in questo disco troviamo espresse per mezzo di eccellenti ritmiche le cui coordinate sonore vanno dai richiami new wave di ´Half Light II (No Celebration)´,
Suburban War´ e ´The Suburbs (Continued)´, alle classiche ballate indie-rock come ´City with no children´, passando per gli inaspettati sussulti punk di ´Month of May´.
Un ottimo disco, sobrio in tutte le sue intense composizioni, sorprendenti per l’uso accorto che la band dimostra di saper fare dei mezzi a disposizione magistralmente amalgamati tra loro. Le canzoni che spiccano per antonomasia sono la ballata iniziale (title-track), l’alienante ´Half light I´, la sorprendente ´Suburban war´, la barocchiana ´Rococo´, e le accattivanti ´Ready to start´, ´Half light II´, ´Month of may´ e ´Deep blue´.
Un disco eccezionale che, duole ribadirlo, speriamo molti non sottovalutino.