An Early Bird Are We Still In?
2023 - AWAL/Artist First
#An Early Bird#Americana#Folk #folk-rock #Songwriting ##folk
Si tratta di un album dalla solida impostazione folk, con una delicatezza acustica che sembra rimandare a volte sia al cosiddetto new acoustic movement dei primi 2000, sia al cantautorato intimo e allo stile vocale di Elliott Smith, come nell’ariosa Huge.
Le ritmiche possono essere decisive nel rendere intriganti pezzi come Last Song of the Day e risultano accattivanti sia quando virano verso un approccio più rock, sia quando possiedono una grazia più pop e cinematica (come nella title-track, impreziosita da bei riff intimisti e note di piano, o in Tip Toe Walk), che rende i brani convincenti, senza che perdano mai quel sottile e intrinseco fascino “on the road” che li contraddistingue.
Però, anche quando il ritmo è più deciso e sottolineato, come in Wake Up, Wake Up, spesso affiora, tra melodie vocali, sobri inserti di organo e il suono nostalgico dell’armonica, una certa dolcezza di fondo, che sembra un “marchio di fabbrica”, un segno distintivo, un ingrediente segreto; si pensi anche alle sfumature tenere dell’avvolgente Little Wild Heart, forse uno dei brani migliori del lotto, tra cui potremmo inserire anche ad esempio Colours con il riff killer del suo ritornello.
Molti di questi brani sarebbero un’ottima colonna sonora per una serie tv anglofona e d’altronde che la musica di An Early Bird sia esterofila è confermato non solo dalle sue collaborazioni, ma anche dal buon successo ottenuto di recente nelle cinque date organizzate in un mini-tour in Germania.
In definita siamo dinnanzi a un ottimo lavoro, caratterizzato da una grazia lieve, raffinata e curata, che conferma ancora una volta il valore dell’artista: ascoltatelo.