An Early Bird A Beautiful Waste of Time
2023 - Autoprodotto/AWAL
Il titolo del disco, a cui si ricollega il testo della traccia d’apertura, Dreamless, fa riferimento all’importanza e al significato del percorso, a prescindere dalla meta, che può anche non essere raggiunta, nonostante ci si impegni con sacrificio, passione e dedizione: il cammino ha un senso in sé e per sé nella sua gratuita bellezza, che si tratti del viaggio di una relazione, di un’amicizia o di un progetto lavorativo, anche per registrare un disco. Così Dreamless diventa una rivendicazione di una scelta di vita come propria (“You can say what a beautiful waste of time […] yes, it’s mine, I wouldn’t change it”), in un brano che, tra trame acustiche e violino (di Aura Fazio), risuona con dolcezza “perentoria” come una carezza, ma anche una dichiarazione programmatica.
Anche le altre canzoni del lavoro appaiono caratterizzate dallo stesso binomio di dolcezza e pensosità, con atmosfere musicali intime, eppure avvolgenti.
In Stone parla di cambiamento e rinascita e scorre sognante, grazie anche a bellissimi vocalizzi, che amplificano l’efficacia del pezzo nella sua ultima parte.
Nella recensione al precedente album Are We Still In? avevamo accostato la musica di De Stefano al cosiddetto new acoustic movement ed ecco, come ricordavamo in apertura, che qui è arrivata proprio una collaborazione in ottima sintonia con i Turin Brakes, associati a quel genere ai loro esordi; Still Shine spande armoniosa un po’ di ottimismo che fa bene al cuore: “We can still shine / we’ve got all of the time for us, my love” appare come una forma di conquista e resistenza.
Convincente è il fascino agrodolce di So Easy e della sua ritmica accattivante; la batteria di Mattia Di Cretico è un ingrediente importante anche in To Grow Love, canzone pensosa e luminescente sul percorso accidentato di una storia d’amore, che forse ha solo bisogno di tempo per ripartire e crescere.
Sober Love è un duetto con la voce discreta e incantata di Tilly (del duo &Tilly con vii, sempre aperto a collaborazioni con musicisti di tutto il mondo), con ricami raffinati di violini cinematici. Suadente e dolceamaro l’arrangiamento di Writing on the Sand, mentre l’ultimo brano del disco, che è stato prodotto da Giuliano Vozella presso il suo Try Try Again Studio, è la rassicurante Whenever, Whatever, che conclude il lavoro tra la levità riflessiva degli arpeggi indie-folk, interpretazioni sempre efficaci e la promessa “I’ll be there”. La voce di De Stefano si muove su tonalità spesso acute con grande grazia, molto espressiva, che caratterizza il racconto musicale delle canzoni.
Visto che è Natale e avrete tutti perso ormai al gioco del Whamageddon (che comunque è finito ieri e non comprendeva le cover), in chiusura ecco una delicata cover di Last Christmas pubblicata da An Early Bird su Facebook, una versione intima che esalta il significato più profondo della hit:
Buon Natale!