Alessio Lega mala testa
2013 - OBST U GEMUSE
E’ la canzone di denuncia riveduta e corretta ai tempi dell’Acquario, ma senza trucco e senza inganni intellettual-chic, senza infingimento alcuno, che dentro ci passa la vita vera (La scoperta di Milano, Icaro), si canta di stragi e di piazza vere (La piazza la loggia la gru), con tanto di nomi e cognomi: quelli dei morti senza giustizia del 28 maggio 1974, a Brescia.
mala testa è allora il riassunto di mezzo secolo italiano trascorso tra miseria e nobiltà (pochissima); la canzone narrativa e ribellista che incrocia quella popolare delle mondine (Addio morettin, Corso Regina Coeli); è il folk della ballata sociale (Risaie, Monte Calvario, Rosa bianca) che taglia la strada al rock e al blues d’attualità (Frizullo, Spartaco, Matteotti). Passato (Isabella di Morra, poetessa del Cinquecento, sgozzata dai fratelli a 26 anni) e presente (Difendi l’allegria, libera traduzione di una poesia dell’uruguaiano Mario Benedetti), in rapporto dialettico, secondo il filo rosso della presa di coscienza, dell'accusa, e quando serve dell’ironia (Esecuzione produttiva, salutare tirata d’orecchi ai discografici che, con le migliori intenzioni, ti spingono passo passo sul sentiero della perdizione cantautorale).
Difendi l’allegria a parte, la scaletta non registra altri “inni” alla gioia (della mobilitazione di gruppo), segno che Lega risulta essere altro persino dal combat folk. Pur muovendo dal qui e ora dello stato dei fatti il suo discorso resistenziale riguarda l’ontologia degradata che caratterizza il nostro vivere (in)civile. Il sottotitolo di mala testa recita, non a caso, che cosa ancora brilla dal fondo senza ritorno: un appello resistenziale contro la perdita collettiva di memoria, contro la normalizzazione coatta, le libertà obbligatorie, le ingiustizie sempiterne, sotto qualunque bandiera e in qualunque natura si manifestano.
Un concept lungo (60 minuti) e tripartito (Parte prima: Tornare alla bomba, Parte seconda: Romanzo di formazione; Parte terza: Le storie cantate), che come valore aggiunto sfoggia le ottime illustrazioni del fumettista Matteo Fenoglio, ed il supporto del team di musicisti che accompagna Lega in questa avventura: Rocco Marchi (pianoforte e derivati vari), Andrea Faccioli (chitarre, banjo e authoarp), Francesca Baccolini (contrabbasso), Andrea Belfi (batteria). Oltre la guest star di Paolo Pietrangeli c’è anche da annoverare quella di Paolo Ciarchi, che non si risparmia tra voce, percussioni (soprattutto in Difendi l’allegria), trombazzi e armonica a bocca. Un disco convinto e convincente nel quale le buone intenzioni, per una volta, trovano conferma nei fatti. Non saltate dalla sedia (e non abbandonatevi nemmeno a stucchevoli dietrologie) ma il mio giudizio complessivo è ottimo. Senza se e senza ma.