interviste
Alessio Lega L’ANARCHICO INNAMORATO
Abbiamo
intervistato Alessio Lega, in bilico tra un'esibizione al Premio Tenco,
per ritirare la targa quale miglior album d’esordio, e una partecipazione
al Mei, anche questa in compagnia dei Mariposa, per presentare e offrire
la propria musica direttamente masterizzata su cd. Entrambe le presenze
ci sono sembrate significative e rappresentative del tipo di canzone,
che si trova in "Resistenza e amore": tradizionale e provocatoria, cantautorale
e idealista. |
Mescalina:
Alessio, pensavo una cosa: Resistenza
e amore - Alessio Lega e Mariposa sembra un’equazione come se i concetti
di resistenza e amore fossero per voi una sorta di “stare a”, come un
punto da cui partire per qualunque vostra operazione o relazione …anche
il rosso e il nero della copertina o quella foto con due diversi riflessi
nello specchio. |
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Mescalina:
Chi eri e com’eri prima di questo disco? Alessio Lega: Sono sempre stato talmente stronzo che non vedo margini di peggioramento. Mescalina: Forse anche per questo hai un linguaggio popolare ed aulico allo stesso tempo, impegnato e scanzonato, che trovo molto interessante nel contesto della canzone italiana … Alessio Lega: Questo disco è fatto di sovrapposizioni. L’aulico sul popolare, l’apodittico sul dubitoso: è la mia personale interpretazione del concetto di componibilità. Mi sono detto: non di struttura ulteriore si dovrà far uso, ma di sovrapposizioni. Mescalina: Quello della componibilità è un concetto interessante, che non mi è nuovo … mi sembra uno dei pochi modi possibili di questi tempi per non lasciare arrendere la creatività … poi tu fai più di un riferimento a Rimbaud, al battello ebbro e a Parigi, come se coltivassi un’idea di poesia e di canzone perduta, che non si vergogna di essere anche alta …O rivoluzionaria, termine ormai abusato … Alessio Lega: Si vergognino loro! Ci hanno detto che tutto era perduto, che avevano stravinto gli altri, che era più onorevole arrendersi e manco provarci. La comune non è morta, Rimbaud era lì, poi c’è stato Desnos che dal campo di concentramento, con la febbre addosso, ha dato appuntamento a tutti sul Pont au changes … la sua generazione ha vinto. Io sono qui a chiedere che si paghi quella vittoria. E la voglio in contanti. Mescalina: … rivendichi felicità, coraggio, anche a costo di sanguinare, di mostrare le ferite aperte… Alessio Lega: Ero nato da un anno appena che Victor Jara veniva crivellato, coi pugni massacrati perché rivendicava la vita contro la morte. Io non me la prendo la responsabilità di dirgli: “Sciocchino…hai sbagliato!”. Mescalina: Uno degli errori invece in cui è incorsa la canzone italiana negli ultimi anni è quello secondo me di aver accettato di vivere nella ritrosia che le veniva imposta dalla critica e dal pubblico rock … per cui è diventata spesso frivola, ibrida e politically correct … Alessio Lega: Mica tutti. De Andrè, Gaber, per non citare che i viventi, sono sempre rimasti vivi. Degli altri non so e non posso parlare: sono così vicini o così lontani. Mescalina: Sì, hai ragione, però preferiamo ancora vivere seguendo ciò che arriva da lontano, meglio se dall’estero e dall’America … la tua invece è musica italiana limpida, anche diretta … per esempio scrivi una canzone che si lancia contro la guerra in prima persona, in un periodo in cui si preferisce parlare di giuste, necessarie o inevitabili … Alessio Lega: No, non posso passare per quello che grida la verità nel deserto! Non mi piacerebbe affatto. C’è tanta gente contro la guerra, c’è tanta gente che ha scritto quella mia canzone. Ci sono due secoli di resistenza nel mio amore. Mescalina: Però fai un uso coraggioso e sfacciato della parola? E forse anche della melodia, nel senso che non la nascondi … Alessio Lega: E perché dovrei nascondere il canto, la parola e la voce. Sai quanto ci ho messo a imparare a respirare? Vuoi chiederlo alla mia insegnante di canto? Sai, lei è un soprano ed è armena. Io ho imparato a cantare da una che è sopravvissuta a un genoicidio che il mondo non vuole nemmeno riconoscere. Se lei che viene fuori da quella tragedia si esprime attraverso il canto, anzi il bel canto, vuol dire non è solo un orpello, ma che è uno dei possibili modi di resistere. Mescalina: Infatti il concetto di resistenza implica coraggio e necessità di vita, di bellezza … direi che i Mariposa lo applicano col progressive, con la musica da camera e con quella popolare … Alessio Lega: Che dio, o chi per lui, li benedica. Mescalina: Nel disco c’è anche quella che, per quanto ne so, ritengo la prima canzone scritta senza retorica sui fatti di Genova … non che ne siano state scritte poi tante, è una materia che scotta e che dà ancora troppo fastidio, rischiosa … tu c’eri, immagino … Alessio Lega: C’ero e mi sono preso pure due manganellate! Ed ecco com’è nato il mio bernoccolo di “poeta di quelle giornate”. Non che io rivendichi l’esperienza come unica fonte di ispirazione, non sono mai stato nella striscia di Gaza, eppure canto “Rachel Corrie”, però quella canzone in particolare si sente che l’ha scritta uno che stava a trecento metri da piazza Alimonda alle cinque di quel giorno lì. Mescalina: Non è un caso che citi Max Manfredi e che canti spesso di un navigare … Alessio Lega: Max è un autore in cui l’etica è talmente alta da non perdonare nemmeno le parole della loro imperfetta sostanza. Lo amo tanto, ma non lo invidio. Mescalina: La bicicletta invece è simbolo di un Movimento vivo e lento, più umano? È una Graziella? Di sicuro non una mountain bike … Alessio Lega: È una “Bianchi lusso” bellissima. Io credo che bisogna rivendicare caviale e champagne anche per i proletari. Io credo che le canzoni di lotta vadano suonate anche con l’orchestra sinfonica se è il caso. La mia anarchia non disdegna l’edonismo e la bellezza, anzi lo rivendica per tutti. Mescalina: In tutto questo movimento, ancora prima che un colore politico, il rosso mi sembra un simbolo per idee e sentimenti non mediati: amore, sangue, rivoluzione … credo sia un disco passionario e credo ce ne sia bisogno alla faccia dell’obbiettività, della necessità, della razionalità, anche dell’essenzialità spesso frigida dei nostri tempi! Alessio Lega: Se dici tutto tu cosa posso aggiungere? È così, è così, è così. Mescalina: Viva dunque la pigrizia! Viva l’idea! Viva il sangue! Viva la parola che non tace! Viva chi rallenta il traffico e lo intasa! Vuoi inneggiare a qualcosa anche tu? Alessio Lega: Voglio. Lo faccio. L’ho fatto dentro e fuori dai dischi. Continuerò a farlo. Mescalina: Ti abbraccio, stretto come un fratello. Alessio Lega: Disse Caino a Babele! Oh, Caino, sapessi come ti amo, rispose la torre in tutte le sue lingue! |