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Strade Blu La rassegna Strade Blu sospesa dopo 21 anni

23/06/2023 di mescalina.it

#Strade Blu#Rock Internazionale#Songwriting

La rassegna ventennale Strade Blu, che tanti musicisti italiani e internazionali ha portato nei territori periferici dell'Emilia Romagna, è stata sospesa.

In attesa di sviluppi e chiarimenti, e augurandoci una sua pronta ripresa, riportiamo quanto ha scritto uno degli organizzatori storici, il musicista Antonio Gramentieri. 

SALUTI DA STRADE BLU

(cronaca di un omicidio a sangue freddo)

Dopo 21 anni sul territorio Strade Blu non esiste più.

Da ieri, giovedì giugno 2023, purtroppo, è  ufficiale.

Sono stati ventuno anni indimenticabili, hanno portato in periferia, in una rete di paesi e piccole cittadine, musiche e artisti mai visti a queste latitudini. 

Le cose finiscono, e questo è sano e naturale, specie quando danno il cambio a qualcosa che sa intercettare meglio lo spirito del tempo.

Le amministrazioni scelgono cosa finanziare e sostenere, e anche questo fa parte del gioco democratico.

La fine di Strade Blu, tuttavia, segue un percorso diverso. Di cui abbiamo già molto parlato.

Quello di Strade Blu è un omicidio a sangue freddo.

Ecco i fatti, per le persone a cui interessano. 

Strade Blu – un festival su base volontaria, sempre gratuito al 90% almeno, senza stipendi ai direttori artistici –è stato azzerato finanziariamente, e azzerati i conti correnti dei suoi organizzatori, dalle modalità con cui l' Assessore Cultura Emilia-Romagna, quindi l'assessore Mauro Felicori e i suoi funzionari, hanno gestito i trasferimenti degli ultimi anni.

Come già scritto: nella scorsa stagione, dopo ventuno anni, la Regione ci ha comunicato - senza nessun preavviso né avvertimento - che Strade Blu non rientrava fra i festival convenzionati per il triennio successivo. Malinconico, ma lecito.

La cosa quantomeno stravagante e' che ce lo comunicava alla FINE del primo anno di potenziale triennio, a edizione conclusa. 

E che quindi - detto in termini molto semplici - lasciava sulle spalle mie e di Andrea tutto il costo dell'edizione appena terminata.

Un buco di circa 35mila di euro, lasciato sulle spalle di una associazione di volontari. Sui loro conti correnti privati. Non ricordo, francamente, di avere mai visto una porcheria simile, prima di questa volta.

Dopo un anno solare in cui è stato impossibile avere una telefonata chiarificatrice, un incontro, anche solo un appuntamento ufficiale con l'Assessore, dopo un anno in cui alcuni amministratori locali hanno provato a perorare la nostra causa (ma sempre col freno a mano un po' tirato, che magari dopo si incrinano i rapporti con la Regione), ci era stato suggerito di partecipare a un altro bando, in qualche modo riparatore verso l'assurdità dello scorso anno, e che avrebbe potuto fare da “paracadute” e magari da base per un rilancio.

A maggior ragione su Modigliana, a maggior ragione in un anno così complicato e delicato per il nostro territorio.

I risultati sono arrivati ieri: 

Il finanziamento che aspettavamo copre meno di un terzo del buco dello scorso anno, e quel che è peggio arriva corredato da uno schema di valutazione del festival redatto dai funzionari regionali che, come dice Andrea, dipinge un quadro di questi 21 anni di Strade Blu e delle sue specificità come fossimo la Sagra della Pera Volpina, con serata di pianobar annessa.

Un disastro, e una situazione francamente umiliante.

Non si va in paradiso a dispetto dei Santi, e neppure ci si resta.

Non credo ci siano particolari scandali da denunciare, al di la' delle evidenze, né dietrologie da fare. Solo evidenze da sottolineare. 

La prima è che mentre chi ha aiutato Strade Blu a nascere, o a consolidarsi (gli assessori regionali Ronchi e Mezzetti, una rete di amministratori locali delle più disparate appartenenze, uniti solo da una certa idea della musica e della cultura sul territorio) conoscevano e frequentavano il festival e il territorio periferico a cui si rivolgeva – e inoltre conoscevano il tipo di proposta e di filosofia dei suoni sottesa - questa gente non sa nemmeno di cosa sta parlando.

Non ne ha idea. Valuta una cosa che non conosce. Valuta un tipo di azione sul territorio ignorando l'azione, e il territorio. E neppure informandosi.

Poi c'è il tema dell'apparentamento politico, di quanto le rassegne siano "difese" dalla politica locale. Tema che oggi, in Romagna, e' il 75-85% del quadro. Forse anche 90. Ed è onestamente un tema problematico, a monte, a prescindere dalla “giustezza” vera o presunta dell'amministrazione a cui si è organici.

Ovviamente le rassegne e i personaggi più organici a una certa immagine della politica locale sono state più tutelati. Non è una cosa di cui ci si possa stupire. Basta guardare i numeri. Sono pubblici. Numeri diretti della Regione, numeri intercettati dai comuni e redistribuiti, eccettera.

Ovviamente i progetti rilanciati non da associazioni volontarie senza tessere ma da soggetti culturali locali utilizzabili come spot della buona politica locale sono state enormemente più tutelati e sostenuti. 

Non è una cosa di cui ci si possa stupire. È sempre stato così.

Fa parte del gioco, e su questo gioco di subalternità alla politica, o di legame a tripla mandata, abbiamo fatto la nostra scelta molti anni fa.

Questi 21 anni di Strade Blu ci lasciano un ricordo straordinario. 

E la serenità di avere agito a modo nostro, ovviamente nei nostri limiti.

Sul territorio abbiamo lasciato solo musica, e serate da ricordare. Non abbiamo venduto nulla sopra alla musica, non abbiamo mescolato il profitto di alcun privato con la programmazione culturale sostenuta da denaro pubblico, non abbiamo pagato le nostre bollette col denaro pubblico, non ci siamo costruiti una carriera o un mestiere col denaro pubblico, non abbiamo perorato le campagne politiche di nessuno con la musica che abbiamo messo in campo. 

Non giudichiamo chi lo ha fatto, e sono moltissimi, e chi da questo ha tratto un vantaggio. È sempre legittimo posizionarsi rispetto alle proprie sensibilità e ambizioni.

Noi semplicemente abbiamo fatto programmazione culturale sul territorio a modo nostro. Nei nostri pregi e nei nostri limiti.

E di questo siamo molto fieri.

E i benefici che abbiamo avuto da questa esperienza sono incalcolabili, nelle emozioni e negli incontri, e in tutto quello che dagli incontri deriva. E ne siamo felicissimi, e grati.

Questo finale tuttavia è una beffa.

E, francamente, una vergogna.

E sarebbe carino se, dopo ventuno anni, trovassimo almeno un amministratore vicino a questa politica che tuttavia ammettesse – non solo in privato - che è una vergogna.

Sarebbe carino ci fosse modo quantomeno modo di chiedere ufficialmente conto di una vergogna, di rapportarsi con chi decide in un ambito di democrazia rappresentativa. Dare un nome e un volto a chi prende le decisioni, poterne dibattere, nella maniera più civile possibile.

E poi la libertà di potere valutare le azioni della politica, col voto o con altri strumenti ufficiali a disposizioni, e magari di farlo anche con meno violenza e sufficienza di come la politica ha valutato i nostri 21 anni.

Grazie a tutti, intanto, per questi quattro lustri abbondanti.

Antonio e Andrea.

NOTA: in moltissimi chi chiedono cosa possano fare per dare una mano. Dunque: non faremo, mai, crowdfunding o elemosine pubbliche.

Se qualcuno volesse, come pare, scrivere direttamente o comunicare a chi ha preso queste decisioni, le mail dell'Assessorato regionale sono pubbliche, e facilmente rintracciabili:

assessore.cultura@regione.emilia-romagna.it

Quello che chiederemmo è, nel caso, di mantenere i toni civili che ci sono propri. Qualsiasi racconto o spiegazione di 21 anni in periferia di Strade Blu, anche per aprire un dibattito (finalmente!) con l'assessorato, è sano, ce lo meritiamo noi e se lo meritano loro. L'aggressività no, e la maleducazione neppure. Vi teniamo informati se qualcosa si muove, almeno sui chiarimenti.