news
Bruce Cockburn Bruce Cockburn al Folk Club di Torino il 9 marzo
La sua poetica intensa e impegnata e la complessità compositiva hanno fatto guadagnare a Cockburn grandi elogi come eccezionale autore di canzoni e venerato chitarrista. I suoi brani spaziano dall’intimità delle relazioni personali al grido di protesta, dallo sguardo documentaristico alla ricerca spirituale, e sono tra i migliori che il Canada abbia mai sfornato. Il suo modo di suonare la chitarra, sia acustica sia elettrica, lo colloca tra i migliori strumentisti al mondo. Inoltre, è tutt’ora profondamente rispettato per il suo attivismo su questioni che vanno dai diritti dei nativi alle mine antiuomo, dalla tutela dell'ambiente al debito del Terzo Mondo, lavorando per organizzazioni come Oxfam, Amnesty International, Medici Senza Frontiere e Friends of the Earth.
Questo impegno sociale è riflesso anche nelle sue canzoni, che spesso sono potenti veicoli per portare l'attenzione di chi ascolta su questioni imprescindibili. Nel corso della sua carriera, Cockburn ha abilmente catturato nelle canzoni la gioia, il dolore, la paura e la fede dell'esperienza umana. Sia che canti di ritirarsi in campagna o di affrontare il caos, sia che affronti le menzogne dell'imperialismo o abbracci verità spirituali, ha sempre espresso una posizione dura ma piena di speranza: prendere a calci l'oscurità finché non sanguini la luce del giorno. "Non possiamo accontentarci delle cose così come sono" ha ammonito, "se non si affrontano i problemi, questi non potranno fare altro che peggiorare".
Per i suoi numerosi successi, l'artista nato a Ottawa è stato premiato con 13 Juno Awards, è stato inserito nella Canadian Music Hall of Fame e nella Canadian Songwriters Hall of Fame, ha ricevuto il Governor General's Performing Arts Award ed è stato nominato Ufficiale dell'Ordine del Canada. Ma non si è mai adagiato sugli allori. "Preferisco pensare a cosa farò dopo", dice Cockburn. "I miei modelli per invecchiare con armonia sono persone come John Lee Hooker e Mississippi John Hurt, che non hanno mai smesso di lavorare, cercando di migliorare fino alla fine come musicisti e come esseri umani". Vecchio o no, Cockburn mostra un'urgenza palpabile nel brano che apre il suo ultimo album “O Sun O Moon”. "Il tempo fa pagare il suo pedaggio, ma nella mia anima sono in piena corsa", canta nel ritornello. Sostiene la sua voce una trascinante chitarra resofonica, suonata con tutto il vigore dei suoi veterani eroi del blues.
Ad aprire il concerto è chiamato James Meadow, alias l'italiano Davide Falcone, cantautore, antropologo e podcaster. Il suo nome d’arte cela un riferimento all’antropologa Margaret Mead e le sue radici musicali affondano nella scena folk nordamericana. Del suo primo album in studio, uscito nel 2020 per IRD e dal titolo "A Scarecrow Sight", la rivista britannica AmericanaUK ha scritto: “un disco di canzoni che spiccano per la voce unica e le ottime abilità chitarristiche”. Si è esibito in Italia e in Canada e ha aperto concerti di Christian Kjellvander, Bocephus King, James Maddock e Thom Chacon. Dal 2020 conduce "Where The Lions Are", un programma sul cantautorato nordamericano sulle frequenze di ADMR-RockWebRadio che lo ha portato ad intervistare Colin Linden e lo stesso Bruce Cockburn.
Ci sono ancora posti IN PIEDI disponibili al link https://www.folkclub.it/it/concerti/36/bruce-cockburn/
(FOTO DI DANIEL KEEBLER)