live report
Lucinda Williams Chiari / Palasport San Bernardino
Concerto del 15/03/2024
qui.
Dopo ventitré anni, eccoci di nuovo a raccontare un suo live, a Chiari, dopo quello, tanto problematico quanto intenso, dello scorso anno al Tealtro Lirico (qui il live report).
Car Wheels On A Gravel Road
Ruote d'auto su una strada sterrata
È una strada sterrata lunga, tortuosa e piena di insidie, quella che dalla Louisiana passa per la California, attraversa l'Emilia e arriva fino a Chiari, operosa cittadina della provincia bresciana, da anni ormai incontrastata Capitale Mondiale della Musica grazie a Barley Arts e agli amici dell'ADMR. La serata del 15 marzo 2024 verrà ricordata a lungo dai fortunati presenti. Da Ellen River a Lucinda, nel mezzo L.A. Edwards, in un fluire continuo e incessante di emozioni, che hanno travolto, coinvolto ed esaltato il pubblico che ha gremito platea e spalti del Palasport S. Bernardino.
Storie di sofferenze, cadute, paure, forza indomita, coraggio e rinascita. Ferite e cicatrici portate con fierezza, dignità e la piena consapevolezza che si risorge a nuova vita soltanto quando se ne è appreso fino in fondo il senso vero, quando ci si libera da inutili orpelli e pesanti catene quotidiane. Ellen River si racconta in musica con una franchezza quasi disarmante e una spontaneità che esce dritta dai suoi grandi occhi, pieni di dolcezza e amore per la vita. Una vita a cui si è aggrappata con le unghie e con i denti, dopo lo sgambetto non da poco che la sorte le ha riservato pochi anni fa. Il suo album Life (di cui abbiamo scritto qui ) è il diario personale di bordo, la mappa per continuare a camminare diritto, il libretto d'istruzioni per essere felice. Sale sul palco in punta di piedi, accanto a lei Alex Valle pedal steel, Marco Maccari acoustic guitar e Boris Casadei electric guitar, per un set tanto breve quanto intenso, drammatico e rigenerante. Dall'iniziale This Time Around, passando per Double Trouble e Inside A Picture, fino alle conclusive I See e Let's Go, si respira un senso di catarsi, scandito da una voce che colpisce nel profondo, ammaliati da sonorità country, folk e roots rock. Più che un opening act, una vera e propria lezione di vita. Grazie Ellen!
L.A. Edwards arrivano dalla California con Jackson Browne, CSN e Tom Petty nella voce e nel cuore, suoni e cantato morbidi e avvolgenti, influenze mexican e un tocco di rock'n'roll, per un set sicuramente piacevole, ma che, in my opinion, non lascia una traccia indelebile del loro passaggio.
Lucinda Williams sale sul palco con andatura incerta, accompagnata a braccio da un assistente, però basta poco per capire che la storia è cambiata. Lo sguardo è fiero, dritto e vivo, la Regina è tornata per riprendersi il suo trono, e quelli dello scorso anno a Milano sono solo brutti ricordi. Certo, le menomazioni e la fragilità restano, ma i miglioramenti sono sostanziali e tangibili. E poi la voce, quella voce, rispedisce al mittente tutte le paure e le incertezze di una donna mostruosamente forte e coraggiosa. Una voce che riesce una volta di più a tagliarti il cuore a metà e rapirti l'anima, tra ballate ciondolanti, dolenti e polverose e rock'n'roll travolgenti e sferraglianti.
Let's Get The Band Back Together indica da subito la direttrice di marcia, Let's Go di Randy Weeks alza il tiro, poi arriva una sequenza destro-sinistro che sdraierebbe anche un toro. Car Wheels On A Gravel Road scende sinuosa e nostalgica lungo i percorsi sterrati della vita, mentre Drunken Angel celebra con una struggente ballata la vita tragica e maledetta di Blaze Foley, misconosciuto cantautore texano, autore di splendidi dischi e compagno di mille bevute e vagabondaggi insieme a Townes Van Zandt.
Stolen Moments riaccende i motori del rock'n'roll, seguita da Blindy Pearl Brown, altra ballad intima e semiacustica. Lucinda si guarda attorno soddisfatta, sorride timidamente e con lo sguardo guida una band che la supporta alla grandissima. Del resto, se la formazione titolare prevede due fuoriclasse assoluti della chitarra come Doug Pettibone e Marc Ford, ex Black Crowes, il risultato non può che fare rima con vittoria. Completano lo schieramento la sezione ritmica composta dai valorosi David Sutton al basso e Butch Norton alla batteria. Il suono esce compatto, asciutto, fluido e pulito, il lavoro di squadra funziona perfettamente e i solisti non vanno mai sopra le righe. Jukebox e Lake Charles sono un'altra doppietta non da poco, sontuose ballads nostalgiche, emozionanti ed evocative, tra polaroid in bianco e nero, ricordi d'infanzia e gli spazi infiniti della nativa Louisiana.
Tra graffi roots rock e squarci sonnacchiosi di abbacinante bellezza, il concerto fila via che è un piacere, senza intoppi o momenti di stanca. Ogni volta che lei parte con un altro pezzo, trattieni il fiato, quasi non fossi pronto a tanta emozione tutta insieme. Ecco allora Fruits Of My Labor e poi i fantasmi personali di Ghosts Of Highway 20. Sul finale si alza la temperatura, urlano le chitarre e la voce di Lucinda guida l'assalto alle nostre coronarie. Protection, Dust, Out Of Touch e Honey Bee chiudono lo show prima dei bis, che si aprono con la canzone manifesto del tour, quella Rock'n'roll Heart, ritmo stradaiolo e accordi aperti, per cantare una volta di più, in modo essenziale e diretto, il potere salvifico della musica. Joy è il solito interminabile e orgiastico tour de force chitarristico, Marc Ford e Doug Pettibone incendiano le corde delle chitarre, tutti sotto al palco, mentre a bordo del palco Ellen River balla la danza infinita della felicità ritrovata.
È finita qui? Ancora no, perché Lucinda regala un'ultima perla, il blues sgangherato e sbilenco di Get Right With God, direttamente dal capolavoro Essence.
Adesso siamo veramente ai saluti, Lucinda è tornata, se vogliamo imperfetta, con i segni del tempo e della malattia, ma con un corpo dentro cui batte ancora un cuore forte e indomito.
Che Dio ti accompagni ancora per molto tempo, lungo le strade sterrate della musica.
FOTO ROBERTO SASSO
ENGLISH TRANSLATION
SETLIST
Let's Get the Band Back Together
Can't Let Go (Randy Weeks cover)
Car Wheels on a Gravel Road
Drunken Angel
Stolen Moments
Blind Pearly Brown
Jukebox
Lake Charles
Fruits of My Labor
Ghosts of Highway 20
Protection
Dust
Out of Touch
Honey Bee
ENCORE
Rock ìn Roll Heart
Joy
Get Right With God
Mescalina segue Lucinda Williams da quando Mescalina esiste, quando ne scrivemmo Dopo ventitré anni, eccoci di nuovo a raccontare un suo live, a Chiari, dopo quello, tanto problematico quanto intenso, dello scorso anno al Tealtro Lirico (qui il live report).
Car Wheels On A Gravel Road
Ruote d'auto su una strada sterrata
È una strada sterrata lunga, tortuosa e piena di insidie, quella che dalla Louisiana passa per la California, attraversa l'Emilia e arriva fino a Chiari, operosa cittadina della provincia bresciana, da anni ormai incontrastata Capitale Mondiale della Musica grazie a Barley Arts e agli amici dell'ADMR. La serata del 15 marzo 2024 verrà ricordata a lungo dai fortunati presenti. Da Ellen River a Lucinda, nel mezzo L.A. Edwards, in un fluire continuo e incessante di emozioni, che hanno travolto, coinvolto ed esaltato il pubblico che ha gremito platea e spalti del Palasport S. Bernardino.
Storie di sofferenze, cadute, paure, forza indomita, coraggio e rinascita. Ferite e cicatrici portate con fierezza, dignità e la piena consapevolezza che si risorge a nuova vita soltanto quando se ne è appreso fino in fondo il senso vero, quando ci si libera da inutili orpelli e pesanti catene quotidiane. Ellen River si racconta in musica con una franchezza quasi disarmante e una spontaneità che esce dritta dai suoi grandi occhi, pieni di dolcezza e amore per la vita. Una vita a cui si è aggrappata con le unghie e con i denti, dopo lo sgambetto non da poco che la sorte le ha riservato pochi anni fa. Il suo album Life (di cui abbiamo scritto qui ) è il diario personale di bordo, la mappa per continuare a camminare diritto, il libretto d'istruzioni per essere felice. Sale sul palco in punta di piedi, accanto a lei Alex Valle pedal steel, Marco Maccari acoustic guitar e Boris Casadei electric guitar, per un set tanto breve quanto intenso, drammatico e rigenerante. Dall'iniziale This Time Around, passando per Double Trouble e Inside A Picture, fino alle conclusive I See e Let's Go, si respira un senso di catarsi, scandito da una voce che colpisce nel profondo, ammaliati da sonorità country, folk e roots rock. Più che un opening act, una vera e propria lezione di vita. Grazie Ellen!
L.A. Edwards arrivano dalla California con Jackson Browne, CSN e Tom Petty nella voce e nel cuore, suoni e cantato morbidi e avvolgenti, influenze mexican e un tocco di rock'n'roll, per un set sicuramente piacevole, ma che, in my opinion, non lascia una traccia indelebile del loro passaggio.
Lucinda Williams sale sul palco con andatura incerta, accompagnata a braccio da un assistente, però basta poco per capire che la storia è cambiata. Lo sguardo è fiero, dritto e vivo, la Regina è tornata per riprendersi il suo trono, e quelli dello scorso anno a Milano sono solo brutti ricordi. Certo, le menomazioni e la fragilità restano, ma i miglioramenti sono sostanziali e tangibili. E poi la voce, quella voce, rispedisce al mittente tutte le paure e le incertezze di una donna mostruosamente forte e coraggiosa. Una voce che riesce una volta di più a tagliarti il cuore a metà e rapirti l'anima, tra ballate ciondolanti, dolenti e polverose e rock'n'roll travolgenti e sferraglianti.
Let's Get The Band Back Together indica da subito la direttrice di marcia, Let's Go di Randy Weeks alza il tiro, poi arriva una sequenza destro-sinistro che sdraierebbe anche un toro. Car Wheels On A Gravel Road scende sinuosa e nostalgica lungo i percorsi sterrati della vita, mentre Drunken Angel celebra con una struggente ballata la vita tragica e maledetta di Blaze Foley, misconosciuto cantautore texano, autore di splendidi dischi e compagno di mille bevute e vagabondaggi insieme a Townes Van Zandt.
Stolen Moments riaccende i motori del rock'n'roll, seguita da Blindy Pearl Brown, altra ballad intima e semiacustica. Lucinda si guarda attorno soddisfatta, sorride timidamente e con lo sguardo guida una band che la supporta alla grandissima. Del resto, se la formazione titolare prevede due fuoriclasse assoluti della chitarra come Doug Pettibone e Marc Ford, ex Black Crowes, il risultato non può che fare rima con vittoria. Completano lo schieramento la sezione ritmica composta dai valorosi David Sutton al basso e Butch Norton alla batteria. Il suono esce compatto, asciutto, fluido e pulito, il lavoro di squadra funziona perfettamente e i solisti non vanno mai sopra le righe. Jukebox e Lake Charles sono un'altra doppietta non da poco, sontuose ballads nostalgiche, emozionanti ed evocative, tra polaroid in bianco e nero, ricordi d'infanzia e gli spazi infiniti della nativa Louisiana.
Tra graffi roots rock e squarci sonnacchiosi di abbacinante bellezza, il concerto fila via che è un piacere, senza intoppi o momenti di stanca. Ogni volta che lei parte con un altro pezzo, trattieni il fiato, quasi non fossi pronto a tanta emozione tutta insieme. Ecco allora Fruits Of My Labor e poi i fantasmi personali di Ghosts Of Highway 20. Sul finale si alza la temperatura, urlano le chitarre e la voce di Lucinda guida l'assalto alle nostre coronarie. Protection, Dust, Out Of Touch e Honey Bee chiudono lo show prima dei bis, che si aprono con la canzone manifesto del tour, quella Rock'n'roll Heart, ritmo stradaiolo e accordi aperti, per cantare una volta di più, in modo essenziale e diretto, il potere salvifico della musica. Joy è il solito interminabile e orgiastico tour de force chitarristico, Marc Ford e Doug Pettibone incendiano le corde delle chitarre, tutti sotto al palco, mentre a bordo del palco Ellen River balla la danza infinita della felicità ritrovata.
È finita qui? Ancora no, perché Lucinda regala un'ultima perla, il blues sgangherato e sbilenco di Get Right With God, direttamente dal capolavoro Essence.
Adesso siamo veramente ai saluti, Lucinda è tornata, se vogliamo imperfetta, con i segni del tempo e della malattia, ma con un corpo dentro cui batte ancora un cuore forte e indomito.
Che Dio ti accompagni ancora per molto tempo, lungo le strade sterrate della musica.
FOTO ROBERTO SASSO
ENGLISH TRANSLATION
Mescalina has been following Lucinda Williams since Mescalina existed, when we wrote about her. After twenty-three years, here we are again, talking about one of his live shows, in Chiari, after the one, as problematic as it was intense, last year at the Tealtro Lirico.
It is a long, tortuous and full of pitfalls dirty road, the one that passes from Louisiana through California, crosses Emilia and reaches Chiari, an industrious town in the province of Brescia, which has for years now been the undisputed World Capital of Music thanks to the friends of ADMR. The evening of March 15, 2024 will be remembered for a long time by the lucky ones who were there.
From Ellen River to Lucinda, in between L.A. Edwards, in a continuous and incessant flow of emotions, which overwhelmed, involved and exalted the public who packed the audience and stands of the Palasport S. Bernardino. Stories of suffering, falls, fears, indomitable strength, courage and rebirth. Wounds and scars carried with pride, dignity and the full awareness that they are resurrected to new life only when they have fully learned their true meaning, when they free themselves from useless frills and heavy daily chains.
Ellen River talks about herself in music with an almost disarming frankness and a spontaneity that comes straight from her big eyes, full of sweetness and love for life. A life that she has clung to with tooth and nail, after the significant trip that fate reserved for her a few years ago. His album Life (which we wrote about) is the personal logbook, the map to keep walking straight, the instruction booklet to be happy. She tiptoes onto the stage, alongside her Alex Valle pedal steel, Marco Maccari acoustic guitar and Bruno Casadei electric guitar, for a set that is as short as intense, dramatic and regenerating. From the initial This Time Around, through Double Trouble and Inside A Picture, up to the final I See and Let's Go, there is a sense of catharsis, punctuated by a voice that strikes deeply, enchanted by country, folk and roots rock sounds . More than an opening act, a real life lesson. Thanks Ellen!
L.A. Edwards comes from California with Jackson Browne, CSN and Tom Petty in his voice and heart, soft and enveloping sounds and singing, Mexican influences and a touch of rock'n'roll, for a set that is certainly pleasant, but which, in my opinion, does not leave an indelible trace of their passage.
Lucinda Williams takes the stage with an uncertain gait, accompanied on the arm by an assistant, but it doesn't take much to understand that her history has changed. The look is proud, straight and alive, the Queen has returned to take back her throne, and those of last year in Milan are only bad memories. Of course, the impairments and frailty remain, but the improvements are substantial and tangible. And then the voice, that voice, sends back to the sender all the fears and uncertainties of a monstrously strong and courageous woman. A voice that manages once again to cut your heart in half and kidnap your soul, between dangling, painful and dusty ballads and overwhelming and rattling rock'n'roll.
Let's Get The Band Back Together immediately indicates the direction of travel, Let's Go from Randy Weeks raises the bar, then comes a right-left sequence that would knock even a bull down. Car Wheels On A Gravel Road descends sinuous and nostalgic along the dirt paths of life, while Drunken Angel celebrates with a poignant ballad the tragic and cursed life of Blaze Foley, little-known Texan singer-songwriter, author of splendid records and companion of a thousand drinks and wanderings together to Townes Van Zandt. Stolen Moments rekindles the engines of rock'n'roll, followed by Blindy Pearl Brown, another intimate and semi-acoustic ballad.
Lucinda looks around satisfied, smiles shyly and with her gaze leads a band that supports her tremendously. Moreover, if the starting line-up includes two absolute guitar champions such as Doug Pettibone and Marc Ford, ex Black Crowes, the result can only rhyme with victory. The lineup is completed by the rhythm section composed of the valiant David Sutton on bass and Butch Norton on drums. The sound comes out compact, dry, fluid and clean, the teamwork works perfectly and the soloists never go over the top. Jukebox and Lake Charles are another notable double, sumptuous nostalgic ballads, exciting and evocative, between black and white polaroids, childhood memories and the infinite spaces of their native Louisiana.
Between roots rock scratches and sleepy glimpses of dazzling beauty, the concert goes by as a pleasure, without hitches or moments of tiredness. Every time she starts with another song, you hold your breath, as if you weren't ready for so much emotion all at once. Here then is Fruits Of My Labor and then the personal ghosts of Ghosts Of Highway 20. At the end the temperature rises, the guitars scream and Lucinda's voice leads the assault on our coronary arteries. Protection, Dust, Out Of Touch and Honey Bee close the show before the encores, opened by the manifesto song of the tour, Rock'n'roll Heart, street rhythm and open chords, to sing once more, in a essential and direct way, the saving power of music. Joy is the usual interminable and orgiastic guitar tour de force, Marc Ford and Doug Pettibone set the guitar strings on fire, all under the stage, while on the stage Ellen River dances the infinite dance of rediscovered happiness.
Is it over here? Not yet, because Lucinda gives one last pearl, the ramshackle and lopsided blues of Get Right With God, directly from the masterpiece Essence. Now we are truly saying goodbye; Lucinda has returned, imperfect, if we want, with the signs of time and illness, but with a body inside which a strong and indomitable heart still beats. May God accompany you for a long time to come, along the dirty roads of music.
SETLIST
Let's Get the Band Back Together
Can't Let Go (Randy Weeks cover)
Car Wheels on a Gravel Road
Drunken Angel
Stolen Moments
Blind Pearly Brown
Jukebox
Lake Charles
Fruits of My Labor
Ghosts of Highway 20
Protection
Dust
Out of Touch
Honey Bee
ENCORE
Rock ìn Roll Heart
Joy
Get Right With God