La Crus

live report

La Crus Milano / Castello Sforzesco

03/09/2024 di Laura Bianchi

Concerto del 03/09/2024

#La Crus#Italiana#Canzone d`autore

"Giocare in casa a volte è facile, altre volte è difficile...ma qui, questo posto, voi...che figata!"

Mauro Ermanno Giovanardi, voce dei La Crus, esordisce così stasera, dopo ben due brani, recuperando l'equilibrio, dopo l'emozione nel trovarsi di fronte il migliaio di spettatori, raccolti nello splendido Cortile delle Armi del Castello Sforzesco di Milano, per l'attesissima data milanese del Proteggimi da ciò che voglio Tour 2024, iniziato proprio a Milano a maggio (qui il nostro live report) e proseguito con grande successo in tutta Italia (qui il live report della data di Como).

Ma è evidente che questa sera sarà speciale. Sono passati trentacinque anni da quando, in "quel piccolo buco in Via Bergognone 40", un pugno di amici fondò la Vox Pop, etichetta visionaria e indipendente, che pubblicò, oltre agli Afterhours, anche Casino Royale e Ritmo Tribale. E questa sera è presente una buona parte di quel pugno di amici, come Giovanni Ferrario, Manuel Agnelli, con cui Joe intreccia la voce in una versione tiratissima e convincente di Come ogni volta,  o come Stefano Edda Rampoldi, dei Ritmo Tribale, che irrompe sul palco per Nera Signora, impreziosendola con il suo timbro duttile dall'estensione sorprendente,danzando con Giovanardi, mentre Cesare Malfatti ricama un assolo di chitarra che da solo vale il viaggio. 

Ma le sorprese e i regali non finiscono qui: entra in scena il grande trombettista Paolo Milanesi, anche lui presente da decenni, capace di creare atmosfere sempre cangianti, e che fino alla fine accompagnerà la band, che gira alla perfezione, con una sintonia e una convinzione rodate da mesi di palco, dal potente basso di Marco Carusino, dalla batteria precisissima di Leziero Rescigno e dalle tastiere incalzanti di Chiara Castello, mentre Malfatti regge il peso emozionale delle chitarre, imprescindibili per la tessitura armonica delle loro canzoni. A bocca aperta, ascoltiamo quindi una Natale a Milano che ci fa sprofondare, dall'afosa estate milanese, nella nebbia invernale, e la magia riesce perfettamente: potere della musica, che sa ricreare spazi e tempi lontani. Milanesi dona coloriture jazzy a L'uomo che non hai, mentre la tastiera di Castello disegna atmosfere anni Sessanta, oltre a dare ulteriore spessore ai brani, con cori e duetti con un Giovanardi dalla voce morbida e cangiante come velluto. 

Il trio delle meraviglie (Giovanardi, Malfatti, Milanesi), solo sul palco, tocca vette di intensità quasi insostenibile, in Dentro me, con una tromba che trasuda emozione, mentre iniziano a scendere le prime gocce di pioggia; eppure quasi nessuno si muove dai propri posti, nessuno se ne va, tutti sono rapiti da una sorta di ipnosi, che raggiunge un altro vertice con il rientro in scena della band e una Io confesso tiratissima. Intanto le nuvole se ne vanno, per lasciare spazio all'ultima parte del set.

Questo crescendo è il prologo a una conclusione epica: prima di Ricordare, con un'interpretazione totale di Joe e di Agnelli, arriva l'inno esistenziale di Piero Ciampi Il vino, che i musicisti, nella formazione degli inizi, portarono coraggiosamente in TV nel 1993, durante la loro prima esibizione televisiva, con Manuel Agnelli allora al pianoforte (qui il documento video), e che stasera vede sul palco anche Alessandro Cremonesi, il terzo uomo dei La Crus, oltre agli ospiti già comparsi. Lui, Agnelli, Ferrario, Rampoldi si lanciano con Joe in un coro dall'immenso potere evocativo, che abbraccia passato e presente e lancia una sfida al futuro, già vinta: perché questo concerto, ne siamo certi, resterà negli annali.

Ma non basta ancora; richiamati dal pubblico, ormai tutto in piedi e sotto il palco, tornano i generosi Giovanardi e Malfatti, a donarci L'illogica allegria, celeberrima cover gaberiana, già presente nel loro album di omaggi del 2001, a sottolineare ulteriormente non solo la continuità tra passato e presente, ma anche il sentire di tutti, alla fine di una serata ad altissimo tasso di commozione. Una logica allegria, che ci accompagnerà a lungo.


A proposito di quest'ultimo brano, Paolo Ronchetti, musicista e nostro collaboratore, aggiunge queste riflessioni. 

Una Illogica Allegria e la logica naturalezza del cantare 

"Non ricordo dove, ma ricordo in un filmato il giudizio divertito di Jannacci sulla troppa attenzione per la rotondità della voce, per l’impostazione “perfetta”, della voce di Gaber (e di De André). Jannacci chiedeva all’amico Gaber di non essere così ossessivamente perfetto nel suo canto. Anche se amo Gaber (anche per quella voce) ,non posso che essere d’accordo con Jannacci. 

Anche Mauro Ermanno Giovanardi, come molti “Cantanti Non Cantanti” (leggete cosa scrive ad esempio con grande acume Luca Swanz Andriolo su l’ultimo Nick Cave e sulla sua voce qui su Mescalina.it https://www.mescalina.it/musica/recensioni/nick-cave-ampamp-the-bad-seeds-wild-god), ha una voce forzata e vagamente innaturale sui suoi ricercati suoni scuri (voce che che risulta sempre più bella e naturale con il passare del tempo). 

Illogica Allegria è una delle più belle canzoni di Gaber e dal 2000 (dall’album di cover Crocevia) è entrata anche nel repertorio dei La Crus. Una canzone splendida in tutte e due versioni e con le voci belle e caratteristiche di Gaber o di Giovanardi (in duetto con Samuele Bersani). 

Capita però che martedì sera il continuo forzare la voce di Giovanardi verso quelle caratteristiche che così tanto amiamo abbia provocato un abbassamento di voce e un taglio di corpo sulle sue note più basse. Ed ecco che proprio li, in quel bis finale, Joe si è trovato a non poter usare eccessivamente quella forzatura vocale che tanto conosciamo e amiamo. Bene, il risultato (in una versione intima: voce e chitarra) è stato magnifico. Obbligato a cantare con estrema naturalezza e senza forzare, Giovanardi ha toccato corde interpretative straordinarie e ricercate. Con una capacità ancora più incredibile di stare sulle note, sulle parole e il loro senso con precisione ed emozione uniche. Lo dico (anche) da modesto cantante: so cosa è successo. L’ho riconosciuto. L’ho amato. Mi ha fatto capire ancora di più la sua bravura e la bellezza della canzone. Un finale di concerto incredibile! La più bella ed emozionante versione che potessi ascoltare! E allora torno a casa e Io sto bene. A volte spengo anche la radio per tenere dentro il più possibile questa emozione. E sto bene: Grazie!"

 

Queste le ultime due date live per ora. Da non perdere.

26 settembre - Torino - Hiroshima Mon Amour Garden

24 ottobre - Roma - Monk - Biennale MArteLive

 

VIDEO COVER DI SIMONE BASSI

FOTO GALLERIA DI GIOVANNI DANIOTTI

 

SETLIST

La Pioggia

Mentimi

Shitstorm

Come ogni volta ( con Ferrario e  Agnelli)

Nera Signora (con Rampoldi)

Mangia Dormi Lavora Ripeti

Natale a Milano (con Milanesi)

L’uomo che non hai

Discronia

La rivoluzione

Dentro Me (Giovanardi, Malfatti, Milanesi)

Come una nube

Io confesso

Proteggimi da ciò che voglio

Io non ho inventato la felicità

BIS

Stringimi ancora

Il vino (tutti)

Ricordare (con Agnelli)

L'illogica allegria (Giovanardi e Malfatti)