interviste
A Toys Orchestra Ripartire da una nuova mezzanotte
Ripartire da zero. Fare reset di tutto e partire da una nuova mezzanotte. Questo e' quello che ci raccontano gli A Toys Orchestra nell'intervista che abbiamo avuto il piacere di fare. Ne emerge il ritratto di una band coraggiosa, che ha ritrovato lo slancio da esordienti e che sa guardare oltre le crepe delle imperfezioni di ognuno di noi.
Mescalina: Sono passati circa sei anni dal precedente Lub Dub. Un’eternità in un’epoca in cui escono singoli di continuo, al punto che quando arriva l’album intero non si ha più nulla da scoprire. Eppure, ascoltando Midnight Again, si ha l’impressione che sia arrivato al momento giusto. Qual è stata la genesi del disco?A Toys Orchestra (Enzo Moretto): Sono stati sei anni complicati, difficili…sia dal punto di vista personale che collettivo. Sono volati via in un attimo beffardamente. Non ho mai smesso di scrivere musica però. Avrò scritto una cinquantina di canzoni, forse anche di più. Senza nessuna progettazione, pianificazione di disco, band o quant'altro, le scrivevo e basta. È stata una pausa in parte fisiologica e in parte forzata, per tanti motivi. A un certo punto però è suonata una sveglia, ci siamo rivisti e abbiamo cominciato ad accarezzare l'idea di tornare. Era necessario farlo nella maniera più spontanea e genuina possibile. Come dicevo, canzoni e idee non mi mancavano, mancavano per certi versi l'entusiasmo e la voglia di ributtarsi nella mischia di questo gran casino che è diventato il mondo della musica nel nostro paese, motivo per cui l'unica era farlo prescindendo ogni logica di mercato. Mandare tutti e tutto a quel paese. Abbiamo riazzerato tutto, come se fossimo una band emergente, solo in questo modo l'entusiasmo è rinato ed è andato sempre più in crescendo. L'unico modo per ripartire era sentirsi liberi da tutto, non che prima non lo fossimo, ma c'era la necessità di svincolarci da ogni logica per ritrovarci, anche e soprattutto dal nostro passato, ma più di tutto non sentirci in dovere di dover dimostrare nulla, tantomeno di dover competere con quelle che sono le dinamiche odierne, fatte di social, numeri e artifici. Era il fatidico “momento della verità”. Se avessimo disatteso queste intenzioni ci saremmo certamente fatti male. Alle volte per fortuna la coerenza paga.
Mescalina: La parola “midnight” torna spesso nei vostri dischi, penso a Midnight Talks e Midnight (R)evolution. Stavolta è il turno di Midnight Again. È un orario che ha in qualche modo un significato per voi?
A Toys Orchestra (Enzo Moretto): La mezzanotte è uno strano limbo temporale che ti tiene sospeso tra oggi, ieri e domani. Sei sulla linea tra fine ed inizio. Come ti raccontavo nella risposta precedente, era esattamente quello che ci stava succedendo, tornavamo a fare quello che facevamo ieri, facendolo nell'oggi e proiettati al domani. Era estremamente eloquente, a maggior ragione con il nesso dei due “Midnight” a dare un senso a tutta questa riconnessione temporale. Era di nuovo mezzanotte.
Mescalina: Avete dichiarato di voler realizzare “disco registrato alla vecchia maniera, con strumenti e macchine che ronzano, cigolano, respirano” e all’ascolto l’obiettivo appare centrato. Chiudendo gli occhi, sembra di vedervi suonare un gospel figlio di questi tempi confusi e senza solennità in un qualche scantinato. Cosa vi ha portato a questa scelta controcorrente rispetto alla levigatezza e alla presunta perfezione che spesso si tende a cercare nel suono?
A Toys Orchestra (Enzo Moretto): Era necessario che queste canzoni fossero veritiere fino in fondo, ogni artificio avrebbe rischiato di inficiarne l'intenzione. È un disco carico di emotività, c'è tanta fragilità, sofferenza, amore, voglia di rialzarsi, di redenzione…sono cose che non si possono mascherare, devono essere raccontate per così come sono. Era fondamentale che la verità non fosse adulterata. Nella verità non esistono difetti, motivo per cui non era necessario manipolare quello che stava accadendo, sarebbe stato come barare, come mentire. Nel mondo attuale c'è troppa smania di perfezione, ma, siccome la perfezione universale non esiste, ci affidiamo alla tecnologia, ai filtri bellezza, ai plug-in, alle applicazioni, che altro non sono che un'alterazione della realtà, una menzogna.
Mescalina: Uno dei brani si intitola Halleluja, ed è quasi inevitabile pensare al capolavoro di Leonard Cohen reso ancora più eterno dalla versione di Jeff Buckley. Ma ha una consistenza, come dire, più terrena. Sembra quasi che la desolazione del protagonista non veda luce. Come è nato questo brano?
A Toys Orchestra (Enzo Moretto): Anche quando non sembra, in ogni canzone che scrivo c'è sempre uno spiraglio di luce. È proprio questo gioco tra luci ed ombre che mi aiuta a conferire vitalità ai brani. I contrasti sono fondamentali, non c'è univocità nel contrasto, il ché in qualche modo ti dà una possibilità di scelta di interpretazione. Nelle strofe, di fatti, c'è come dici tu una narrazione claustrofobica, impenitente...ma nel ritornello poi cerco pacificazione, redenzione, riconciliazione. E' l'ultima canzone in ordine cronologico che ho scritto, venivo da un periodo estremamente difficile e tormentato, ma intravedevo la luce in fondo al tunnel, o meglio la immaginavo, la cercavo...In qualche modo l'ho accesa con le mie mani quella luce, dopo un lungo tragitto al buio, è quindi ho gridato “hallelujah”.
Mescalina: Ogni creatura dei vostri brani sembra essere tormentata, quasi come i freaks ritratti da Tim Burton nei suoi film e nei suoi disegni. Che sentimenti li animano?
A Toys Orchestra (Enzo Moretto): Nei personaggi vincenti non c'è nulla di interessante. Il conforto della perfezione, del “va tutto bene” è vuoto di fascino. Un mare calmo è bello da guardare, ma dopo un po' è noioso. Nel mare in tempesta invece, ogni onda è diversa dall'altra, non sai cosa aspettarti, è spaventoso, ma tremendamente ammaliante e seducente. I personaggi di queste canzoni sono mari in tempesta.
Mescalina: Grazie mille per l’intervista e un grosso in bocca al lupo per il tour e la promozione del disco!
A Toys Orchestra (Enzo Moretto): <3
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Foto: Beatrice Belletti