Non Voglio Che Clara

interviste

Non Voglio Che Clara Nessuno metta ordine al caos

04/12/2024 di Alfonso Fanizza

#Non Voglio Che Clara#Italiana#Canzone d`autore

Vent'anni di carriera per una delle band piu' interessanti della scena indipendente italiana. In occasione della ristampa per i quindici anni di Dei Cani, torniamo a scambiare quattro piacevoli chiacchere con Fabio de Min frontman della band bellunese.
Mescalina: Innanzitutto complimenti, non è da tutti raggiungere questo traguardo dimostrando un’incredibile crescita artistica ma, soprattutto, non deludendo le aspettative. Vi sareste mai immaginati di arrivare fino a qui?
Fabio de Min: Ti ringrazio per le belle parole. Non ci ho mai pensato, per la verità, ai traguardi, complice il fatto di non riuscire ad immaginarsi diversi. Non ho nemmeno mai pensato, seriamente intendo, che la mia ispirazione o assenza di ispirazione potesse servire altre cause al di fuori di Clara.

Mescalina: Cosa è cambiato nella scena indipendente musicale italiana in questi anni?
Fabio de Min: Siamo reduci dalla bellissima festa di Dischi Sotterranei in cui abbiamo visto alternarsi sui palchi un sacco di ottime band. C’è stato un periodo in cui l’interesse sembrava rivolto esclusivamente ai cantautori, mentre in questo momento mi sembra ci sia una rinnovata attenzione verso la musica prodotta da un insieme di musicisti. Trovo sia un segnale molto positivo perché sono convinto che l’idea di comunione su di un palco possa avere un riverbero positivo anche fra il pubblico. La musica è uno spazio immaginario collettivo.


Mescalina: Come si è evoluta la vostra musica negli anni? E come la inquadrereste oggi?
Fabio de Min: Siamo migliorati come musicisti, la scrittura si è fatta più corale, abbiamo alzato un pochino i bpm, aggiunto i sintetizzatori di Edoardo. Poi, in linea di massima, abbiamo sempre cercato di non scrivere fesserie, che non significa necessariamente aver scritto sempre cose intelligenti, piuttosto che avessero un senso per noi, senza l’idea di compiacere qualcuno.

Mescalina: Il vostro ultimo disco MacKaye, uscito lo scorso anno, lo avete definito il vostro “disco hardcore: diretto, conciso e resiliente”, tra l’altro realizzato secondo l’etica DIY. Ce ne volete parlare?
Fabio de Min: Quando lo racconto nessuno ci crede, ma abbiamo speso 200 euro per registrare MacKaye. A un certo punto ci siamo detti: abbiamo la competenza per fare tutto da soli, mettiamola in pratica. In passato abbiamo spesso fatto ricorso a professionisti esterni alla band, tutte collaborazioni assolutamente fruttuose ma anche sempre dettate dalla paura di “arrivare in fondo”. Soprattutto non volevamo più nessuno che mettesse ordine al caos. Se caos deve essere, che caos sia.
 
Mescalina: Da poco avete anche ristampato il vostro terzo disco Dei Cani per i suoi 15 anni. Com’è nata l’idea questa ristampa? E perché riascoltarlo 15 anni dopo?
Fabio de Min: Il disco in formato fisico era da tempo indisponibile e ce l’hanno chiesto in tantissimi. In più sono quindici anni che ci sopportiamo, l’ingresso in formazione di Marcello e Igor coincide proprio con le session di Dei Cani, mentre Martino si è aggiunto giusto qualche mese dopo, dovevamo festeggiare in qualche modo. Dei Cani contiene alcuni dei pezzi che amiamo di più e sappiamo, dalla reazione con cui questi brani vengono accolti ai nostri concerti, di condividere questo sentimento con il pubblico. Più che la ristampa in sé, ci piaceva l’idea di riportare live anche quei brani che non suoniamo da tempo. Una specie di premio fedeltà per chi magari ci segue da allora.

Mescalina: Nella ristampa è presente anche la bonus track Tu, la ragazza l’ami?, tratta dalle stesse sessioni ma esclusa dalla tracklist finale. Come mai?
Fabio de Min: Tu, la ragazza l’ami? era presente in tutte le scalette del tour di Dei Cani, ma ti confido un segreto: dopo aver concluso un disco sacrifichiamo sempre almeno un brano e non sempre è quello che ci piace meno. Sono sempre stato un grande fan delle outtakes altrui, più interessato a volte ai lati B che non alle facciate principali, mi hanno sempre affascinato moltissimo perché solo per il fatto di essere state, sono in grado di raccontare più dell’artista di quanto non facciano le pubblicazioni ufficiali. Nei mesi scorsi è uscita sugli store digitali una versione alternativa di Mackaye che contiene 3 brani risalenti alle sessioni del disco ma esclusi dalla pubblicazione originale, mentre nelle prossime settimane pubblicheremo la seconda outtake da Dei Cani


Mescalina: Come dimostrato da questa ristampa anche voi avete scelto il formato LP. Cosa ne pensate di questo ritorno, quasi di massa, al vinile?
Fabio de Min: La mia copia di Bringing It All Back Home di Bob Dylan ha 60 anni, ha attraversato più di mezzo secolo di cambiamenti, nessun servizio di streaming può essere in grado di fare altrettanto.

Mescalina: Tra i vostri dischi, ce ne sta uno a cui tenete particolarmente di più? E se è sì, perché?
Fabio de Min: Ho letto troppe interviste da piccolo per non sapere che a questa domanda si risponde sempre: l’ultimo! A parte gli scherzi penso che Mackaye sia davvero un buon disco, in cui ci siamo focalizzati maggiormente su una dimensione da live band, con brani che ci sembrano avere davvero una bella resa dal vivo. Non che il materiale vecchio non sia altrettanto divertente da suonare, solo che “MacKaye” è davvero un disco plug and play.


Mescalina: Ho visto che per l’occasione avete organizzato un tour. Per ora ci sono solo alcune date, se ne aggiungeranno altre? Verrete anche al Sud?
Fabio de Min: Abbiamo previsto delle date anche nella prima parte del 2025 e speriamo davvero di riuscire a tornare al Sud, dove manchiamo da un po’.

Mescalina: Come vi vedete tra altri 20 anni?
Fabio de Min: Dei vecchi mariachi.

Mescalina: Grazie e buona musica come sempre.

Non voglio che Clara – Dei Cani (Re)Tour
Le ultime date del 2024:

16 dicembre – Osteria al Fico – Cremona
21 dicembre – Covo Club - Bologna