La Fantastica Signora Maisel La Fantastica Signora Maisel - stagioni quarta e quinta
2022 » SERIE | Commedia | Drammatico
Con Rachel Brosnahan, Alex Borstein, Michael Zegen, Tony Shalhoub, Marin Hinkle, Kevin Pollak, Caroline Aaron, Reid Scott, Jason Ralph
02/06/2023 di Laura Bianchi
Si è conclusa una delle serie più iconiche della storia della televisione globale, e ha lasciato rimpianto, simpatia e ammirazione in milioni di spettatori in tutto il mondo, candidandosi a entrare nel Gotha delle serie TV più apprezzate e viste.
The Marvelous Mrs Maisel ha coinvolto emotivamente e intellettualmente, ha appassionato e fatto riflettere, ha stupito per la cura estetica di ogni dettaglio, a partire dai costumi, per arrivare ai minimi particolari dell'arredamento, tutti minuziosamente sorvegliati, in modo da renderli aderenti ai tempi storici in cui la vicenda è ambientata.
E, soprattutto nella quinta stagione, l'impegno da questo punto di vista deve essere stato notevole. L'arco temporale della narrazione spazia dai primi anni Sessanta, in cui, nella quarta stagione, Midge avevs tentato di affermarsi come unica stand up comedian donna, districandosi fra problemi sentimentali e familiari, fino al 2005 (qui non faremo nessuno spoiler...). La regia costruisce una serie impressionante di ellissi e analessi (ci viene mostrato il primo incontro di Midge coi futuri suoceri!). Se questo può spiazzare chi è abituato a uno svolgimento diacronico della storia, intriga chi invece sa cogliere le consonanze della trama.
Ma non è solo l'altissimo livello estetico, narrativo e scenografico a incantare e convincere. Sbaglierebbe chi pensasse che la serie è una commedia frivola e divertente, fatta per compiacere l'occhio, l'orecchio, grazie a una splendida colonna sonora, con un significativo abuso della voce di Barbra Streisand. Gli autori non vogliono nemmeno solo solleticare il sense of humor degli spettatori, proponendo dialoghi scoppiettanti e situazioni paradossali, a un ritmo indiavolato, con un cast sempre piu convincente e scintillante (sugli scudi, le due coppie di genitori di Midge e Joel, sempre più ricchi di sfumature espressive e profondità caratteriale).
C'è tutto questo, certo; ma c'è anche molto altro, in Mrs. Maisel.
Innanzitutto c'è l'empowerment, colto in tutti i suoi aspetti, positivi e negativi, nelle difficoltà sociali, nella lotta contro gli stereotipi di genere, nella fatica che la protagonista (ma anche tutti i personaggi femminili, nessuno escluso) affronta quotidianamente, per non cadere nella zona d'ombra in cui il mondo maschile le sospinge, per evitare di essere "insignificante", come aveva già sentenziato la manager di Midge, una sempre più brava Alex Borstein.
Così, la madre di Midge si spoglia della sua allure evanescente, per realizzare il suo sogno di matchmaker, sostenuta con tenacia dalla figlia, anche a dispetto del clima sociale degli anni Settanta, in cui più nessuna ricorre ai matrimoni combinati. La madre di Joel abbandona la sua solo apparente vocazione di madre e nonna, per imprimere al marito affarista un nuovo ritmo di coppia. La domestica Zelda crede di aver conquistato un proprio spazio di indipendenza dalla famiglia Weissman, sposandosi, ma cade in una nuova dipendenza, quella del marito. Mei si costringe a scegliere fra maternità e carriera. E Susie è portata a fronteggiare il passato che ritorna, per vincerlo e ribaltarlo a proprio favore.
Ma sarebbero molti altri gli esempi, dalla segretaria di Susie, che, abusata dal partner, trova il proprio spazio nel lavoro, alla figlia di Midge, che, in uno dei moltissimi flashforward della quinta stagione, vediamo adulta, preda della sindrome di iperattività, ma scienziata affermata.
Vicino, accanto, a volte contro le donne, stanno gli uomini, l'altro grande tema della serie. Uomini che attraversano, in quelle decadi cruciali per l'evoluzione sociale, una crisi profonda, che li spinge a volte a confrontarsi con un nuovo concetto di genitorialità - non più alternativo, ma complementare a quello della moglie e madre -, con il nuovo ruolo delle donne nella società, con la netta sensazione che quello che sta cambiando davanti ai loro occhi non è la visione soggettiva della loro funzione, ma il ruolo stesso del maschile nella società. E in questo sono cruciali proprio le anticipazioni dello svolgimento della trama, che non riveleremo, ma che, ad esempio, vedono Noah, il figlio di Abe Weissman, preda della smania generativa della moglie nevrotica, e il nipote, figlio di Midge e Joel, sposato con un'ebrea oltranzista.
Il privato che diviene specchio del pubblico è la grande invenzione narrativa della serie; così troviamo pure e assolute verità, nascoste in una solo apparentemente banale conversazione a un tavolo di ristorante - durissimo, magnifico il monologo di Abe davanti ai suoi colleghi, su quanto tardivamente abbia capito il valore della figlia -, o nella mimica e nella prossemica dei vari "boss" di Midge, come il decisivo Gordon Ford, dei suoi colleghi, del suo unico collega paritetico, il tormentato Lenny Bruce, qui interpretato da un perfetto Luke Kirby.
E in questo privato, a decenni di distanza, ci specchiamo anche noi, uomini e donne del 2023, e salutiamo una figura indimenticabile, che ha la voce, lo sguardo brillante e l'energia di una Rachel Brosnahan in stato di grazia.
Davanti a ogni avversità, anche di fronte alla tentazione di pensare che ogni battaglia sia stata o sia del tutto inutile, che il patriarcato continuerà a imperversare, ci auguriamo di ricordarci, tutti, donne e uomini, della postura con cui Midge e Susie le affrontano.
Tits up, ladies (and gentlemen!)...