Caspio

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Caspio Breve scambio di battute con il cantautore sul suo singolo mai

26/04/2021 di Ambrosia J. S. Imbornone

#Caspio#Emergenti#Alternative

caspio presenta il suo nuovo singolo mai, che tra alt-rock e synth racconta una generazione con poche risposte, quella dei trentacinquenni, invecchiata, in parte delusa, forse oggi meno ironica, ma ancora 'affamata'. Abbiamo rivolto un paio di domande al cantautore: ecco il suo video.
Abbiamo rivolto alcune domande a caspio, incuriositi dal suo nuovo singolo, intitolato mai (Le Siepi Dischi, in distribuzione Believe International). Il cantautore, nato a Roma, ma trapiantato a Trieste, ha pubblicato da poco questo brano, presentato come “manifesto generazionale e che descrive una generazione, quella dei trentacinquenni, difficile da definire”: “Millenials” li chiamano, per il solo merito di aver assistito alla rivoluzione digitale e di essere stati coscienti - ma non troppo - quando il 2000 è diventato l’oggi. Una generazione disillusa da un lavoro che non si fa trovare, piegata da una società che non appartiene loro, sempre troppo giovani o troppo vecchi, rattristata da genitori che, per la prima volta della storia, stanno meglio di loro. Istruiti, cinici, scettici, in grado di reinventarsi: caspio omaggia la sua generazione. Una generazione che ha voglia di riprendersi ciò che le spetta, che ha voglia di riscatto. Una generazione che non si arrende, che non molla.

Synth-rock, Bristol sound, alt-rock anni ’90 e nuove tendenze del rock anglofono odierno confluiscono in un pezzo che sembra un’ottima colonna sonora per un momento in qualche modo di stasi e insieme di transizione, per una generazione in bilico tra il tempo che passa, il disorientamento di domande senza risposte e poche certezze. Si tratta di un brano teso e inquieto, tra riff incisivi e ossessivi, chitarre che si fanno esplosive e synth ariosi e malinconici, che sembrano aprire varchi e illuminare vuoti da colmare; musicalmente il cantautore cita tra i suoi punti di riferimento nomi come Massive Attack e Nine Inch Nails, ma la canzone rievoca anche le sonorità elettriche e coinvolgenti, nonché le atmosfere senza luce di nomi come Smashing Pumpkins e i nostri Verdena. mai è stato prodotto da caspio in collaborazione con Cristiano Norbedo, che ne ha anche curato il mix. Il master è stato affidato a Riccardo Carioti del One Eyed Jack Studio.

Ecco cosa ha raccontato caspio sulla sua nuova canzone:

In “mai” mi guardo alle spalle e mi rivedo. Non sono mai stato pieno di speranze, ma forse le ho solo nascoste per non deludere me stesso. Mi sarebbe piaciuto essere diverso, prendere altre strade, avere altre opportunità. Inizio a sentire gli anni che passano, a sentirmi “meno tonico, meno ironico”. Nel videoclip, prodotto da WAVES Music Agency e diretto dal regista Pietro Bettini, viene ripreso il tema della giovinezza. Essa ha delle caratteristiche peculiari in cui chi guarda il video può facilmente ritrovarsi: la spensieratezza, la compagnia, la curiosità, talvolta anche la noia, l’estrema capacità di far scorrere il tempo senza fare niente di concreto. L’amicizia, in particolare, assume un ruolo fondamentale per ricostruire i ricordi: un migliore amico con cui siamo cresciuti, in cui ci siamo ritrovati, che magari poi abbiamo perso ma che resta impresso in ricordi estremi, bellissimi e bruttissimi, funge da specchio per guardarsi dentro e ritrovarsi oggi un po’ più vecchi sì, ma forse anche un po’ più saggi, in grado di capire quanto in realtà il tempo sia importante.  

Specchiarsi nel miglior amico, osservare l’affetto che resta, ma anche le distanze determinate dal riuscire a vedersi sempre troppo poco, notare i cambiamenti: in un bilancio delle imperfezioni, più che dei traguardi, come quelli che potremmo fare in tanti, ecco che ci ritrova invecchiati, ma anche inseparabili, delusi, ma ancora affamati e desiderosi di andare avanti e prendersi ciò che si vuole, poco cool, “ancora un po’ sbagliati”, forse imbruttiti e privi di punti di riferimento, ma senza più la voglia di “rimpiangersi”. Manca forse una direzione o una meta precisa, ma non la voglia di arrivarci.



Non a caso, quando abbiamo rivolto qualche breve domanda a caspio, è emerso come ritenga la pandemia, oltre che ovviamente un momento difficile per tutti, anche un’occasione, un’opportunità da cogliere, per ridefinirsi, ricominciare a scrivere canzoni, cambiare la propria vita, nell’auspicio che dagli ostacoli nasca una nuova spinta per il futuro. Ecco il video con le risposte di caspio alle nostre curiosità!




BIO:

caspio nasce a Roma, quasi per caso. Immediatamente trapiantato, vive ancora a Trieste, città di confine che si si sviluppa sul, intorno e grazie al mare. Cresce in periferia, in una dimensione meno cittadina, più di quartiere, dove si sente sempre l’incombenza del mare, ma dalla quale solo si intravede, più distante. Suona da sempre, da subito. Batteria, basso, chitarra. Nel 2019 esce Giorni Vuoti, il primo album maturo, sfogo di anni di soffocamento, di inibizione. In mai Caspio fa pace con sé stesso, pur riprendendo alcune intenzioni chiave della sua scrittura: non racconta mai storie, ma esplora concetti che gli sono cari per trasmetterli a chi lo ascolta in modo più chiaro, più esplicito, meno criptico rispetto a una volta. caspio fa musica elettronica, con influenze anni ’90, in una veste completamente nuova, attuale. È un trentacinquenne che, finalmente, sa quello che fa.

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Foto di Valentina Torboli

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