White Lies Big Tv
2013 - Universal
I White Lies giunti ormai al terzo disco contro tutte le aspettative si distaccano dai due recedenti lavori dando vita ad un disco innovativo, non propriamente per quanto riguarda l'originalità del sound, ma dal proprio background musicale. La metamorfosi preannunciata dall'ultimo lavoro ha ora un aspetto più chiaro e non avrà fatto vendere alla band i dischi del primo fortunatissimo singolo (To Lose My Life), ma convince ed è totalmente su un altro livello.
L'elettropop come vessillo, le distorsioni quasi assenti e un altissima concentrazione di sperimentazione fanno di Big TV il disco qualitativamente più riuscito dei White Lies, su questo non si discute, il fatto che poi le vendite non confermino la tesi, questa è una vecchia e risaputa storia.
Le radici comunque non vengono rinneggate completamente, nell'album c'è ancora qualche traccia che pare essere stata estrapolata dal rpimo fortunatissimo album (To Lose My Life), a dire il vero Be Your Man assomiglia un pò troppo al primo estratto omonimo dell'album, ma un plagio a se stessi è sempre concesso e non danneggia nessuno se non chi ascolta.
Nelle viscere dell'album, al di là di tutte le possibili similitudini che si possono trovare, si nasconde una storia vera e propria, un concept che lega insieme tutti i singoli pezzi che diventano dodici episodi di una stessa storia, scandita dal groove dance della band. Il racconto narra di due ragazzi innamorati, in una terra che non è la loro terra d'origine, uno pseudo romanzo musicale tra integrazione, sentimenti, disperazione e forti emozioni. Non a caso il primo singolo scelto a rappresentare il disco è There Goes Our Love Again, una velocissima ballad che svela un sentimento puro e che lega i due protagonisti nonostante tutto, ripete un ritornello come fosse una preghiera, quasi a voler tenere bene in mente il senso della canzone. Talmente martellante da rimanere immediatamente stampata in testa, una delle tracce più belle dell'album non nasconde assolutamente l'ispirazione che trae direttamente dagli anni della dance music per eccellenza, gli anni ottanta per l'appunto.
Ci sono poi pezzi come Getting Even e Goldmine che fanno orbitare a livelli elevatissimi il disco, tracce senza pecca alcuna, veri e propri capolavori e poi in mezzo c'è Space II che fa appena in tempo a fare incuriosire l'orecchio che già è finita, solo un minuto di un sensazionale esperimento.
C'è chi li ha paraonati ad una delle band di punta del panorama musicale mondiale, gli Arcade Fire, e forse qualcosa che torna c'è in questa somiglianza, ma ci si puù trovare anche un timido groove alla Kings Of Leon o le linee melodiche dei The Killers, o più semplicemente ci si puù limitare ad ascoltare l'opera di una grande band che nel corso degli anni ha meritato un posto di riguardo nella cerchia dei talenti di qualità. Daltronde non è tutto oro quello che luccica, i White Lies si, e ci hanno tenuto a confermarlo ancora una volta.