Real time<small></small>
• Progressive

Van Der Graaf Generator Real time

2007 - Fie Records

03/08/2007 di Christian Verzeletti

#Van Der Graaf Generator #Progressive

Dopo essere tornati con un doppio disco in studio, “Present”, i Van Der Graaf Generator hanno pubblicato un altro doppio, questa volta dal vivo, “Real time”, titoli già significativi di una volontà di esserci, di rispondere “presenti” al richiamo di una ritrovata vena artistica.
Questa registrazione immortala il concerto del 6 maggio 2005 alla Royal Festival Hall di Londra sul cui palco Banton, Evans, Jackson e Hammill dichiararono con fermezza la loro reunion eseguendo da subito brani vecchi e nuovi.
Come visto anche nelle date italiane, il set dal vivo è la prova definitiva di un suono pronto ad andare “avanti”, facendo ben sperare per l’immediato futuro, nonostante Peter Hammill abbia sofferto di un ulteriore infarto e il sassofonista David Jackson si sia chiamato fuori (il prossimo album dovrebbe essere in trio).
Non a caso i pezzi nuovi reggono bene il confronto con i cavalli di battaglia: da “Present” vengono estratti “Every bloody emperor” e “Nutter alert”, che sono poi le due tracce portanti dell’ultimo disco e che anche dal vivo svolgono un ruolo importante aggiornando quell’anelito esistenziale che è il marchio di fabbrica di Hammill e compagni (“By this we are all sustained / a belief in human nature”).
I Van Der Graaf Generator suonano con uno slancio spasmodico che va oltre il progressive e creano una tensione che ipnotizza il pubblico. Oltre alle capacità tecniche che innalzano una struttura multiforme da cui sporgono possenti protuberanze e storture free, si può apprezzare la voce di Hammill ancora capace di imporsi con autorità maestosa e con contorsioni massicce.
Quella dei Van Der Graaf Generator è una ricerca ad ogni livello, strumentale e testuale: mentre sulla spinta della batteria le tastiere percorrono rotte che si intersecano senza pausa su quelle dell’organo e del sax, le canzoni vanno ad interrogare dimensioni che trascendono la sfera prettamente terrestre, come cantato in “Childlike faith in childhood´s end” (“Existence is a stage on which we pass / a sleepwalk trick for mind and heart / it´s hopeless, I know / but onward I must go / and try to make a start / at seeing something more than day-to-day / survival chased by final death / If I believed this the sum / of the life to which we´ve come / I wouldn´t waste my breath / Somehow, there must be more”). Proprio a partire da quest’ultima, il set si innalza ulteriormente producendosi in quattro pezzi monumentali: “The sleepwalkers”, “Man-Erg” e “Killer” si ergono come colonne di una cattedrale moderna per chiudere con la preghiera solenne di “Wondering”.
I VDGG sono tra i pochi che hanno celebrato il rito del ritorno senza retorica, riaprendo le porte di un tempio inviolato che ora all’improvviso si trova ad aspettare nuove tavole.

Track List

  • Cd doppio

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