
Valerio Billeri Live at Acme studio
2025 - Moonlight Record
Intanto diciamo che quello che ascoltando qui è un Billeri completamente diverso dal precedente Verso Bisanzio (con Fabio Mancini). L’atmosfera che si srotola qui in Live at Acme studio è necessariamente più intima, la ricerca attraverso i sonetti del Belli, e una chitarra elettrica disperata fanno immaginare Bob Dylan che incontra Fabrizio De Andrè in un vico stretto di Trastevere e con lui comincia a toccare piano le corde, mentre qualcuno affacciato da una finestra canta in dialetto.
Non siate tratti però in inganno: di questa fotografia “suonante” c’era bisogno perché per mettersi a ingegnarsi a far di sottrazione è sangue di artista, le imperfezioni, le risate, tutto dentro, a rendere la canzone popolare perfetta nelle sue imperfezioni.
A parte i due brani d’apertura, ogni brano è una lunga suite, un crogiolo di racconti; ed è evidente che è stato un lavoro tutt’altro che gettato a caso, ma un diavolo di narrazione teatrale che trascina l’ascoltatore. Non voglio neppure evocare fantasmi, ma a Gaber quanto sarebbe piaciuto quel Brucia Roma co’ tutto er parlamento.
All'artista posso solo dire che mi ha stupito un progetto così tondo, e che mi piace pensare che lui possa portarlo in giro per tutta l’Italia.
Intanto c’è la possibilità di ascoltarlo ed è già un bel regalo. C’è dentro tutto: canzone d’autore, rock, cultura e leggerezza. Chiude il disco Summer on a Solitary Beach di Battiato: personalmente, la mia copertina di Linus.
Bravo, Valerio.