Tom Harrell Something Gold, Something Blue
2016 - High Note / IRD
#Tom Harrell#Jazz Blues Black#Jazz #mainstream jazz #straight jazz #Tom Harrell #High Note Records #Omer Avital #Johnathan Blake #Ugonna Okegwo #Charles Altura #Ambrose Akinmusire
Il leader unisce da sempre alle qualità timbriche e melodiche anche un'ottima capacità di adattare la sua musica al contesto in cui lavora, una caratteristica che gli deriva dalla frequente militanza, fin dagli esordi, nelle big band (Stan Kenton, Woody Herman, Lee Konitz). E il resto del quintetto non è da meno. La sezione ritmica segue Harrell da parecchio tempo, e si sente. Ugonna Okegwo (basso) si ritaglia i giusti spazi solisti e sostiene i pedali funky e jazz-rock (senza esagerare) di View, la traccia più dinamica. Johnathan Blake (batteria) allestisce per tutta la durata del disco una raffinata e ininterrotta poliritmia: Trances, in particolare, attacca con una sua sequenza di tamburi afro molto fascinosa, prima di risolversi in un classico brano mainstream. Soprattutto è un quintetto pianoless, dove lo strumento armonico per eccellenza è la chitarra elettrica, ma il giovane Charles Altura spinge ben oltre la sei corde, lasciando un'impronta profonda dentro Something Gold, Something Blue. Le sue note rarefatte, senza sforzi, effetti o impuntature, sono in perfetta sintonia con l'atmosfera generale, concentrata ma rilassata, dentro uno schema post bop ma con evidenti richiami cool jazz. Un disco a tinte pastello blu-dorate, che accontenta sia i difensori della tradizione che gli innnovatori più accaniti, e non è certo un peccato.