Suvari Buh!
2024 - Nufabric
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L’album di Suvari mostra complessità già dalla sua idea di partenza, ovvero raccontare il disagio di una malattia, nello specifico alla rara forma di neuropatia motoria che ha colpito il cantante e lo ha costretto a scrivere tutte le canzoni al computer, non potendo più suonare altri strumenti. Proprio per questa (triste) parentesi che ne ha incoraggiato la stesura, Buh! si presenta come un disco potente, che lo rende uno tra i lavori più originali (forse anche tra i più belli) attualmente in circolazione, confermando la bravura e la crescita musicale del cantautore. Sono passati solo cinque anni dalla pubblicazione dell’ep Di cosa hai paura (2018), ma, musicalmente parlando, in Buh! Suvari sembra aver trovato la sua vera identità musicale, grazie anche all’aiuto di Federico Dragona, chitarrista dei Ministri, che ne firma la produzione.
Buh! è un disco cupo fino all’ultimo accordo, caratterizzato dalla grande sincerità con la quale Suvari parla dei propri sentimenti, del suo malessere e della sua rabbia, che svetta soprattutto nelle tracce più urlate. Musicalmente parlando, ci confrontiamo con un disco figlio delle influenze new-wave e post-punk che si fondono all’elettronica: ascoltandolo, è pressoché impossibile non pensare ai Joy Division di Unknown Pleasures (1979) o ai Cure. Nelle nove tracce di Buh! si susseguono descrizioni di una generazione demotivata e delusa anche per la mancanza di prospettive certe per il futuro, come cantato in Coriandoli – uno dei singoli che ha anticipato l’uscita del disco – e In difesa delle cause perse; o l’esaltazione delle fragilità e dei difetti che ci rendono unici (Doppio standard, prima traccia).
Tutto il lavoro è caratterizzato da un ritmo serrato, forte e incalzante, presente anche nei brani più melodici come Miele o A casa tutti bene, che aumenta le palpitazioni e la percezione dell’ansia: un ritmo che facilita l’immedesimazione con l’umore del cantante. In queste concitate fasi ritmiche, trova una posizione strategica il brano Tutto , che funge da spartiacque perché posto a metà tracklist: se la prima parte del disco è caratterizzata da suoni aspri e completamente elettronici, la seconda ha degli echi più melodici. Oltre a questo, Tutto è un brano perfetto sia come traccia di apertura sia in questa specifica parte del disco, rappresentando un momento di respiro grazie alla sua musica sospesa e minimale, composta principalmente dal crescere della batteria e di una chitarra che si chiude in un lungo assolo.
“L’idea è che l’unico modo per vivere al meglio e sopravvivere a un mondo ostile sia fare pace con sé stessi e con i propri fantasmi”: così Suvari spiega il suo disco che ci consegna come una terapia per affrontare con coraggio il presente, enfatizzando l’unicità dei nostri difetti e delle nostre fragilità. Buh! è quindi un disco bello, originale e, soprattutto, sincero: il motivo principale per non perderne l’ascolto.