Stefano Barotti Il Grande Temporale
2020 - La Stanza Nascosta
Barotti ha saputo mantenere alto il concetto di scrittura e, conseguentemente di una forma canzone che rimane saldamente ancorata al cantautorato classico, privo di banali rimandi ai “soliti” De Gregori and company, arricchendolo di una buona dose di deliziosa ironia come avviene nella convincente Mi ha telefonato Tom Waits, uno dei pezzi migliori di questa raccolta, che si avvale della presenza, tra gli altri di Veronica Sbergia e Max De Bernardi.
Il disco si apre con la title track, una canzone che narra di un amore che viene raccontato come un piccolo film diviso in tre parti, ed è come ritrovare una sorta di “Shelter From the Storm”, un rifugio sicuro dalla tempesta che infuria là fuori, con atmosfere che fanno sentire subito che la direzione è quella giusta. Painter Loser è una canzone autobiografica, ma anche drammaticamente attuale, che potrebbe essere ritagliata su tutte quelle categorie di lavoratori che hanno visto azzerata la loro attività a causa della pandemia.
Spatola e Spugna è un piccolo gioiello che parla di calcio, ma anche di lavoro, dove Paolo, il protagonista, è un operaio, precario. Tifoso dell’Inter e fidanzato con Silvia. Sogna un biglietto per una finale di Coppa Campioni, ma soprattutto sogna un lavoro sicuro. Canzone bellissima che in una programmazione radiofonica avrebbe i riscontri che merita.
Tra Il Cielo e il Prato mette in evidenza l’amore di Stefano per i Beatles, arricchendo le atmosfere della canzone con due ospiti come James Haggerty al basso (Joe, Marc’s Brother, Autumn Defense, Josh Rouse), e la chitarra elettrica di Joe Pisapia (Joe, Marc’s Brother, KD Lang, The Westies). Aleppo è una toccante canzone di amore e speranza.
Toccante la seguente Stanotte ho fatto un sogno, che vede l’ultima registrazione alla chitarra fatta da Roberto Ortolan, musicista per lungo tempo nella Eccher Band di Massimo Bubula, che ci ha lasciato lo scorso Aprile. Trovo questa canzone di una bellezza assoluta, cinematografica, stesa su una melodia struggente. E poi la voce di Barotti completa la magia. Quando racconterò è un altro pezzo molto bello. Atmosfera particolare su una melodia che fa perno sulle note della chitarra resofonica ed acustica di Stefano, cui fa sponda il sax e clarinetto suonato da Vittorio Alinari.
Enzo si riallaccia alla figura di Jannacci. La canzone prende spunto dai ricordi di Barotti che dopo un concerto milanese, si fermava a dormire a casa di un suo amico che abitava nel palazzo dove alloggiava anche Jannacci. Al rientro, nel cuore della notte, i due cercavano la macchina di Enzo (una 127 rossa) e, una volta trovata, si fumavamo l’ultima sigaretta accanto alla vettura. Oltre al ricordo che ispira la canzone c’è, anche musicalmente, un richiamo a certe canzoni di Jannacci.
Marta è una canzone sul flagello della violenza sulle donne che spesso si tinge dei cupi colori dell’omicidio. La chiusura di questo splendido lavoro è affidata a Tutto nuovo, dove Barotti canta delle sensazioni provate nel momento in cui scopre di stare per diventare padre. Pezzo dolce ed ispirato, pieno di immagini che sono state simili per coloro che sono passati attraverso questa esperienza.
Registrato tra l’Italia e gli Stati Uniti, l’album vede scorrere una serie incredibile di musicisti, che danno tutti un grande contributo alla riuscita di questo bellissimo lavoro. La produzione è nelle mani di Barotti stesso.
Uno dei dischi più belli dell’anno appena trascorso, ed un’occasione da non mancare per tutti coloro che da un disco cercano qualità e capacità di emozionarsi.