Soviet Soviet Fate
2013 - Felte
Questo è il tanto atteso Fate, il nuovo disco e primo Lp dei Soviet Soviet, uscito sull’etichetta Felte Sounds. Una dimensione nuova. Sentimenti forti.
Fate è un punto di osservazione: corpi che si attraggono e menti che si studiano. Linee che si sfiorano appena provocando catastrofi e suoni eccessivi. Ecstasy è il primo brano del disco e il primo “pensiero” da cui si scatenano complessi fenomeni psichici; la tristezza invade la vita, la batteria accelera i battiti.
Il disordine di Ecstasy è una sorta di primo passo verso quella ricerca e verso quella paradossale speranza: 1990, pur mantenendo un suono abbastanza elettrico, risulta più sognante, come, del resto, il post punk dei Soviet Soviet. In linea con il catastrofico mondo contemporaneo, Fate è un album istintivo e urgente (Further) che si dispera di fronte all’indifferenza e costruisce la nostalgia sulle sognanti note di Something you can’t forget.
Il viaggio prosegue attraverso il visionario brano Introspective trip, caratterizzato da un suono veloce e realmente libero. Claustrofobica e gelida risulta, invece, Together; forse è la più adatta a descrivere questa realtà, questa gente, queste città frenetiche, devastate e buie, nonostante i lampioni che le illuminano. La new wave Gone Fast e la fantastica Hidden suonano frenetiche, i giri di chitarra fanno girare la testa. Adesso i corpi non si attraggono e le linee non si sfiorano: si combatte, è una guerra, è un rincorrersi, prendersi a pugni, tutto per sentirsi vivi, ancora. Thank you so much for your help. Non c’è dialogo, tutto sta per finire e l’immediatezza di No lesson descrive l’esatto punto in cui ci troviamo. L’abbandono quasi etereo di Around here è il termine, il punto estremo in cui qualcosa nel tempo e nello spazio di conclude, si placa, finisce.
Un lp sorprendente.