Sebastiano De Gennaro All My Robots
2015 - Believe Digital
All My Robots è l’ultima fatica discografica del musicista brianzolo, nata come un omaggio all’omonima raccolta – che nel nostro Paese prende il titolo di Io robot – di racconti fantascientifici dello scrittore sovietico Isaac Asimov. Un lavoro che prende forma in un susseguirsi di elettronica spinta, math rock, techno, immaginifiche sigle di cartoni animati giapponesi, tra Confusional Quartet che affiorano, piccole comparsate in odor di Residents, spruzzate di Emerson, Lake and Palmer (!), ritagli del Bolero di Maurice Ravel. Come avessimo a che fare con un continuo depistaggio. O meglio, con una rivendicazione di libertà. Di fare, di disfare, di sorprendere, di mettere in mezzo il compositore francese Olivier Messiaen, di coinvolgere persino Johan Sebastian Bach nella conclusiva Preludio.
All My Robots lo si ascolta volentieri se si ha tempo e voglia di perdersi tra provocazioni di ogni tipo. Certo, non è disco di facile fruizione, ma guai a prenderlo per un puro e semplice esercizio di stile. Pur percorso da lamenti claustrofobici, da suoni a volte aggressivi, la sua visionarietà potrebbe rappresentare un varco di accesso proprio in direzione di quel futuro oscuro preconizzato dal succitato Asimov. Consigliabile a viaggiatori cosmici, sognatori incalliti, adoratori del lounge marziano, avvistatori non consapevoli di ufo.