Ruth Moody Wanderer
2024 - Blue Muse Records
Dopo una decina d'anni di silenzio, Ruth Moody torna con Wanderer, un album solista, il quarto a suo nome, se si conta anche l'EP d'esordio Blue Muse.
L'artista canadese, che si divide tra la splendida Vancouver Island e Nashville, dove il disco è stato registrato, è conosciuta principalmente per essere fondatrice del trio folk canadese The Wailin' Jennys, vincitore di due Juno Awards, l'equivalente canadese dei Grammy, nella categoria “Roots and Traditional Album”. E ha conosciuto una certa fama anche per aver collaborato, sia su disco sia dal vivo, con Mark Knopfler (vedi nostra recensione).
Il nuovo album è il riassunto delle esperienze vissute negli ultimi dieci anni, in cui Moody esplora, tra l'altro, il viaggio emotivo della maternità, le gioie, ma anche i dolori della vita, i misteri e le sofferenze dell'amore, e, infine, la nostalgia, che tutti proviamo, per il tempo dell'infanzia e della casa in cui siamo cresciuti.
Musicalmente è un disco di classica impronta folk-cantautorale, ben arrangiato e, in un certo senso, fuori dal tempo. Il risultato è una raccolta di dieci canzoni profondamente potenti e personali, che riflettono il mondo interiore di Moody e le sue esperienze.
Fin dal primo ascolto si è immersi in un mondo intenso e intimo, circondati da suoni allo stesso tempo classici e misteriosi. Le chitarre, con accordatura aperta, come anche le ricercate armonie vocali, fanno pensare a Joni Mitchell e a Laura Marling, due delle ispiratrici dell'artista.
Sebbene sia difficile scegliere una canzone preferita in questo album, composto da brani di alto livello, una che si distingue è The Spell of The Lilac Bloom. Scritta diversi anni fa e mentre era incinta, è eseguita in duetto con Joey Landreth, musicista canadese acclamato dalla critica, che apporta un interessante contrasto al pur ampio registro vocale di Moody.
È dunque una raccolta di brani di alto livello, in cui suoni e testi sono curati in ugual misura. E, se già conoscete le Wailin' Jennys, non potrete restare delusi da Wanderer.
L'artista canadese, che si divide tra la splendida Vancouver Island e Nashville, dove il disco è stato registrato, è conosciuta principalmente per essere fondatrice del trio folk canadese The Wailin' Jennys, vincitore di due Juno Awards, l'equivalente canadese dei Grammy, nella categoria “Roots and Traditional Album”. E ha conosciuto una certa fama anche per aver collaborato, sia su disco sia dal vivo, con Mark Knopfler (vedi nostra recensione).
Il nuovo album è il riassunto delle esperienze vissute negli ultimi dieci anni, in cui Moody esplora, tra l'altro, il viaggio emotivo della maternità, le gioie, ma anche i dolori della vita, i misteri e le sofferenze dell'amore, e, infine, la nostalgia, che tutti proviamo, per il tempo dell'infanzia e della casa in cui siamo cresciuti.
Musicalmente è un disco di classica impronta folk-cantautorale, ben arrangiato e, in un certo senso, fuori dal tempo. Il risultato è una raccolta di dieci canzoni profondamente potenti e personali, che riflettono il mondo interiore di Moody e le sue esperienze.
Fin dal primo ascolto si è immersi in un mondo intenso e intimo, circondati da suoni allo stesso tempo classici e misteriosi. Le chitarre, con accordatura aperta, come anche le ricercate armonie vocali, fanno pensare a Joni Mitchell e a Laura Marling, due delle ispiratrici dell'artista.
Sebbene sia difficile scegliere una canzone preferita in questo album, composto da brani di alto livello, una che si distingue è The Spell of The Lilac Bloom. Scritta diversi anni fa e mentre era incinta, è eseguita in duetto con Joey Landreth, musicista canadese acclamato dalla critica, che apporta un interessante contrasto al pur ampio registro vocale di Moody.
È dunque una raccolta di brani di alto livello, in cui suoni e testi sono curati in ugual misura. E, se già conoscete le Wailin' Jennys, non potrete restare delusi da Wanderer.
