Roberto Scippa Vagando dentro
2012 - Autoprodotto
Roberto Scippa è un giovane cantautore trentenne di Frascati che approda alla grande musica con il suo primo lavoro. Sulla scena da circa sei anni, si esprime dal vivo dal 2005, partecipando poi a numerosi premi e concorsi concludendo con gli esordi nei festival.
Il disco è di chiara matrice Folk-Pop, ma non cerca di sgomitare per farlo capire, anzi con leggiadria culla tredici tracce che portano sapori vicini alle corde dei vari Biagio Antonacci e Gianluca Grignani, ricordando in alcune sonate Gen Rosso.
I testi invece ispirano paragoni più arditi come De Andrè e Bob Dylan.
Le tracce però tendono ad essere troppo simili l’una con l’altra e si percepisce un appiattimento sonoro che può alla lunga importunare. Il messaggio, come spesso accade ai cantautori, è sottile e un altro rammarico è che in pochi lo coglieranno, limando in parte un lavoro discreto del quale non si può non sostenere il valore. L'invisibile presente che apre il disco risulta anche uno dei brani meglio riusciti, così come le più country-folk Canzone al lavoro e In un giorno del duemila.
La testa che gira a vuoto con i suoi suoni ricorda molto la discendenza folk di Bruce Springsteen senza avvicinarla troppo. Finale d’album un poco spento con Lo spettacolo del nulla e L'amore inizia così.
“La verità profonda, per fare qualunque cosa, per scrivere, per dipingere, sta nella semplicità. La vita è profonda nella sua semplicità” sosteneva il poeta e scrittore statunitense Charles Bukowski, e Roberto Scippa esprime questo spessore con naturalità.
Vagando dentro risulta quindi un album d’esordio lodevole e interessante al quale serve solo rompere il ghiaccio per realizzare e portare avanti un progetto importante.
L’umiltà dell’autore e del disco lo rendono meritevole di encomi, aspettando di trovare la sua più matura meta alla fine del suo lungo vagare.