Ray Lamontagne Long Way Home
2024 - Liula Records e Thirty Tigers
Come fa un disco a consolare, fare pensare e fare sorridere, dare energia e spingere al cambiamento? Se si tratta di un disco di Ray Lamontagne è possibile, eccome. Venuto dal New Hampshire per consolarci e darci energia, il cantautore confeziona, nel suo nono album, un percorso ricco e coerente, denso di sfumature folk e country (I Wouldn’t Change A Thing, la younghiana And They Called Her California), ma soprattutto ad altissimo tasso emozionale, con testi profondi, intimi e coinvolgenti, una sorta di confessione a cuore aperto e a voce spiegata (e che voce!), su sogni e disillusioni, dolori e gioie, e su tutto l'amore per la musica e per il cuore, che da sempre Lamontagne ci mette dentro.
L'autore riesce a comunicare le proprie emozioni con poche, intense immagini, poetiche e dirette, come nei primi versi di Yearning: "watching that evening sun go down, within that darkness I will be found", che subito ci trasporta in un clima di profondità e ci invita alla riflessione, mentre la sua chitarra traccia il percorso per giungere alla sua voce, perfettamente al centro della composizione, anche grazie a un equilibrato bilanciamento tra strumenti e backing vocals. Merito di una coproduzione tra il cantautore e Seth Kauffman (Angel Olsen, Lana Del Rey), che sviluppa un percorso tra sonorità country, folk e lo screzia di soul, come nell'esplosiva, iniziale Step into your power, con tanto di coro e riff di chitarra deliziosamente 70's.
Questi sono solo alcuni dei tanti episodi splendenti del lavoro, ricco di sfumature e di morbidi impasti vocali, che si conclude efficacemente con una ballad degna di avere lo stesso titolo del disco: la voce trasuda emozione e profondità, su un valzer lento alla Neil Young e delicati ricami con una chitarra che sembra essere sorella di quella di Townes Van Zandt.
Sì, Ray: avrai anche molto da imparare da Townes, ma quanto hai già imparato arriva dritto al cuore. Riuscirai a venire anche in Europa?