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Radiodervish Cafè Jerusalem
2015 - Cosmasola
La band pugliese prova a immergersi in quelle atmosfere, a trasformarsi in una sorta di novelli “Hakawati”. Partendo da una storia d’amore: quella tra Nura e Moshe, palestinese la prima, di religione ebrea l’altro. Il filo narrativo prende corpo tra suoni cari alla tradizione orientale, con uso significativo di strumenti quali l’immancabile oud o la saz gablama, nient’altro che la chitarra saracena. Il che non impedisce alle nove canzoni presenti nell’album di prendere corpo all’interno di una linearità pop, con più di una concessione al melodico, come ben testimoniano pezzi come Nura o Musrara. Tra carezze, tocchi tenui e leggerezze, Michele Lobaccaro e compagni si arrendono ai sentimenti senza mai cadere nella trappola della melensaggine, muovendosi tra profumi di spezie e non disdegnando, almeno così ci piace immaginare, qualche tiro di narghilè.
Cafè Jerusalem, è anche colonna sonora di una pièce che sta iniziando a girare i teatri della penisola, frutto del lavoro degli stessi Radiodervish con la scrittrice/giornalista Paola Caridi, autrice del libro “Gerusalemme senza Dio” e reduce da dieci anni vissuti nella città sacra. Un ulteriore motivo di interesse per un disco nomade, inevitabilmente destinato a ritrovarsi controcorrente.