Piotta `Na notte infame
2024 - La Grande Onda
Si parte con Lode a Dio in cui la sola voce di Fabio Zanello, fratello del rapper scomparso nell’estate del 2022, legge un recitato tratto da libro “'na botta infame” (Ortica Editrice). Così si apre la parte melodica che narra di una notte immensa sul Grande Raccordo Anulare, ormai diventato uno dei simboli di Roma, per un viaggio al buio magari senza ritorno; comunque vada, si cerca l’appoggio di Dio. Tra i sette colli ed il Forte Antenne scivola un beat molto lento che dà uno scatto solo nel ritornello ed è impreziosito da tasti di piano.
Un riff di chitarra apre Serpico, una triste storia di un ragazzo che ha visto morire fuori dalla scuola il 28 maggio dell’Ottanta. Nel ritornello, cantato da Tiromancino, ritorna a quegli anni infuocati quando poteva ancora decidere di mandare tutti al diavolo.
La title track rende omaggio ad una delle numerose pubblicazioni di Fabio; urla rabbia, ma con consapevolezza, con un modo di fare rap ormai distante dallo stile odierno, in grado di porre il focus sulle parole e il loro contenuto, senza sfociare nella banalità sconcertante attuale. Il piano appena accennato punge un beat non sostenuto, ma d’impatto. Così entrano le barre di Assalti Frontali, che riprende stralci di romanità.
Con Io non ho paura si si cerca di esorcizzare questo sentimento con un giro dub ipnotico.
Se Ode a Roma non è altro che un parlato che riprende molti dei concetti espressi nel primo brano, in Ognuno con un sé si può percepire un’importante botta emotiva sopra una cassa dritta; nel ritornello approda la voce di Primo Brown dei Cor Veleno.
Se se se se è una ballad in cui l'autore ripercorre tutte le occasioni ormai perdute con il fratello, ora divenute rimpianti. Più riflessiva è Figli di un temporale, in cui si ritrova il tema della precarietà della vita; successivamente vi è L’Amore cos’è?, in cui parla di un approccio ai tempi dei social galleggiando tra pianoforte e sax.
Il disco termina con Lella… e poi, rivisitazione di un classico di Edoardo De Angelis e Antonello Venditti, su un femminicidio.
Il rapper si è discostato dalla leggerezza che proponeva alla fine dello scorso millennio col celebre Supercafone, passando a pezzi introspettivi e intimi che ripercorrono il rapporto emotivo fra fratelli.