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Picciotto teRAPia
2019 - Mandibola Records/Irma Records
Immaginate un rapper vecchia scuola che fa un disco ai tempi della trap e di un rap diverso rispetto a quando ha iniziato e che mescola tutte le sue passioni musicali: il risultato è un disco multigenere che spazia dai tormentoni ska-rap come Hashtag la victoria, in cui intervengono Roy Paci e gli Shakalab, alla passione soul di Lividi con Davide Shorty e Luca O’ Zulù. Continuando con l’elettro reggae Oshadogan, ovvero L’Italiano rivisitato ai giorni nostri, e passando tra le note cantautorali di Ancora vive, con la bellissima voce di Simona Boo. E ovviamente c’è anche il rap fatto come si deve, che ritroviamo in canzoni come Illusione e Terapia popolare.
Come ogni disco di Picciotto, anche in teRAPia troviamo tematiche sociali che non ci fanno dimenticare la realtà in cui viviamo. Ecco allora la critica a Salvini e a tutta l’ondata razzista che arriva tra le note di Lividi, e la tematica dell’accoglienza affrontata in Come non ho fatto mai e nella già citata Oshadogan.
Come ogni siciliano che si rispetti anche Picciotto non dimentica di parlare della sua terra e di omaggiarla con canzoni come Capitale e con il brano sorpresa rap neomelodico Da grande, che ospita il cantante neomelodico Enzo Savastano.
Un disco multigenere veramente ben fatto, adatto a tutte le orecchie e che mette ancora una volta in risalto la bravura di Picciotto sia come storyteller che come fotografo della realtà in cui vive.