Surfin` Gaza<small></small>
Derive • Elettronica

Omosumo Surfin` Gaza

2014 - Malintenti Dischi / Edel / Believe

29/12/2014 di Annalisa Pruiti Ciarello

#Omosumo#Derive#Elettronica

C’è un paese dove le bombe colorano il cielo di grigio, dove le case sembrano fatte di carta velina, dove muoiono centinaia di persone in nome di una guerra santa alla riconquista di un lembo di terra largo poco più di 10 km; siamo sotto il cielo di Gaza, a Nord-Ovest  il Mediterraneo e la speranza della fine del conflitto, la speranza che arriva dal mare, cavalcando le onde su di un surf. 
Affonda le radici in questa terra il nuovo album degli Omosumo, trio palermitano (Cammarata/Di Martino/Sicurella) che abbiamo avuto modo di conoscere ed apprezzare con i due precedenti Ep (Ci proveremo a non farci male e Remixes); Surfin’ Gaza è il titolo del nuovo controverso  album, fatto di suoni sintetici  e adrenalinici.

Pochi ritmi elettronici ci indirizzano verso la vorticosa Yuk, la voce di Angelo Sicurella è uno strumento a tutti gli effetti, non si eleva ma si fonde con i synth e le brillanti chitarre; Yuk è una poesia, un haiku e una preghiera. Sound dalle influenze sixties per l’avvolgente Walking on stars, un brano morbido e spensierato, è la rappresentazione della leggerezza e del bisogno di elevarsi da terra e vagare tra le stelle. In netta contrapposizione è Waves, se il titolo evoca lunghe distese ondulate modellate dal vento, il sound dice tutt’altro, è ruvido e spigoloso. Nowhere è quasi un esercizio di stile, la suggestione kalkbrenneriana è evidente soprattutto nella prima parte, poi la sorpresa, la variazione verso una sorta di straniante esoterismo tribale.

La titletrack è un deserto di speranza, l’aria è afosa e come ipnotizzati ci si butta in mare abbandonando sulla spiaggia i mitra e i fucili, ritmi africani e un basso incalzante fanno da fondale. Dovunque altrove è la fuga, un passaggio onirico verso Giove (la salvezza può stare ovunque) e poi un sax - delirante quasi come un urlo - che prepotentemente si staglia tra il compulsivo epilogo.
La spensieratezza di Nancy spazza via ogni granello di sabbia e di paura, segue Ahimana, brano in lingua araba che si serve dei soliti synth, delle ipnotiche chitarre e del deciso basso per creare un sound sempre più potente e martellante. Si chiude con la ruvida Atlantico, anche qui un sax, tanta rabbia e impulso di deriva.

Surfin’ Gaza è un disco strano, è miscuglio di suoni e di stili diametralmente opposti, qua e là sembra di udire le dive del secolo scorso, a tratti si è catapultati dentro club berlinesi in un’atmosfera rarefatta e asettica, in altri ancora sembra di passeggiare tra il frastuono di un suq. Surfin’ Gaza è un trip, è un viaggio ben organizzato, di quelli talmente sorprendenti che non hai più la voglia di tornare.

Track List

  • YUK
  • WALKING ON STARS
  • WAVES
  • NOWHERE
  • SURFIN` GAZA
  • DOVUNQUE ALTROVE
  • NANCY
  • AHIMANA
  • ATLANTICO

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